Il legame tra cambiamento climatico e attività sismica è un argomento di grande interesse per la comunità scientifica. Un recente studio condotto dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha esaminato l’effetto delle piogge e delle nevicate intense sull’innesco e la propagazione dei terremoti, fornendo risultati interessanti che potrebbero aprire nuove prospettive nella comprensione di questi fenomeni naturali.
Lo studio si è concentrato su un particolare sciame sismico che ha colpito la penisola di Noto in Giappone. A differenza di una sequenza di terremoti tradizionale, in cui si verifica una scossa principale seguita da una serie di repliche, in questo caso sono stati registrati terremoti multipli e continui senza una scossa principale evidente. Analizzando i dati storici degli eventi sismici nella regione degli ultimi 11 anni, i ricercatori hanno notato che prima del 2020 si erano verificati terremoti sporadici e isolati, mentre lo sciame successivo è stato caratterizzato da scosse più concentrate e raggruppate nel tempo.
Ciò che rende ancora più interessante lo studio è la scoperta di variazioni stagionali nella velocità di propagazione delle onde sismiche durante lo sciame sismico. I ricercatori hanno notato che le nevicate e altre condizioni ambientali che caricano la superficie influenzano lo stato di stress nel sottosuolo, e la tempistica delle precipitazioni intense è correlata all’inizio del fenomeno sismico. Questo suggerisce che il clima ha un impatto significativo sulla risposta della terra solida, compresa la generazione di terremoti.
I risultati dello studio del MIT suggeriscono che il legame tra clima e terremoti potrebbe non essere limitato al Giappone, ma potrebbe essere valido anche per altre parti del mondo. Inoltre, i ricercatori osservano che con il cambiamento climatico in corso, l’impatto del clima sull’attività sismica potrebbe diventare ancora più pronunciato in futuro.
Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, commenta che da tempo si sa che la presenza di fluidi in pressione nel sottosuolo contribuisce all’attivazione di strutture che generano terremoti. Tuttavia, questo nuovo studio fornisce ulteriori dettagli su come il clima modula l’innesco e il rilascio dell’energia accumulata nella crosta terrestre. I fluidi agiscono come grilletto per la sequenza sismica, ma l’accumulo di energia nel corso dei secoli rimane ancora legato al movimento relativo tra le placche tettoniche.
Questo studio del MIT apre nuove prospettive nel campo della sismologia e del cambiamento climatico. La connessione tra eventi meteorologici estremi e attività sismica potrebbe portare a una migliore comprensione dei processi che avvengono nella crosta terrestre e alla capacità di prevedere e mitigare i rischi sismici.