Il Salone del libro di Torino si è trasformato in un campo di battaglia durante una manifestazione pro Palestina. Un gruppo di attivisti ha sfondato i cancelli e le transenne esterne, cercando di entrare nel Lingotto, ma è stato respinto dalla polizia. Gli striscioni che sventolavano recitavano “Vita terra libertà per il popolo palestinese-Salviamo Gaza” e “All eyes on Rafah: blocchiamo tutto”. Nonostante alcuni manifestanti siano riusciti a entrare, la maggior parte è stata bloccata all’esterno e ha continuato a spingere per farsi ascoltare.

Dopo molte ore di trattative, il presidente del Salone, Silvio Viale, ha concesso l’ingresso a una delegazione di cinque persone per esprimere le loro opinioni. In particolare, il presidente della moschea Taiba, Brahim Baya, ha chiesto una presa di posizione da parte della direttrice Annalena Benini, affermando che “non può rimanere in silenzio di fronte al genocidio palestinese”.

Uno dei supporter dei manifestanti è stato Zerocalcare, noto disegnatore italiano. Secondo lui, “uno spazio che parla di cultura e di attualità non può chiudere gli occhi e non può lasciare fuori la storia con la S maiuscola”. Zerocalcare ha lasciato il Salone per incontrare i manifestanti e ha commentato che in futuro potremmo essere chiamati a rispondere del fatto che non abbiamo fermato il massacro in Palestina.

Il disegnatore ha anche affermato che “è normale e naturale che ci siano persone che vogliano portare questi temi e contenuti all’interno” del Salone del libro. Secondo lui, è assurdo che ciò non possa accadere. Queste dichiarazioni hanno suscitato un dibattito su come il Salone del libro debba gestire temi politici ed emotivamente carichi come il conflitto in Medio Oriente.

L’incidente al Salone del libro di Torino ha evidenziato la necessità di aprire un dialogo sulla questione palestinese e su come trattare questi argomenti in spazi culturali come festival letterari e mostre. Molti sono d’accordo sul fatto che tali argomenti non debbano essere evitati, ma che sia necessario trovare un modo per affrontarli in modo rispettoso e costruttivo.

Le tensioni nel mondo continuano ad aumentare e i conflitti politici non possono essere ignorati. I festival letterari e culturali possono essere una piattaforma per discutere di tali questioni e cercare di comprendere le diverse prospettive. È importante che tali spazi rimangano aperti al dialogo e alla libertà di espressione, anche se ciò significa affrontare temi controversi.

Il Salone del libro di Torino è uno degli eventi culturali più importanti in Italia e offre una piattaforma per autori, editori e lettori di connettersi e discutere di temi letterari e culturali. È comprensibile che alcuni sentano la necessità di portare anche temi politici all’interno di questo spazio, specialmente quando si tratta di questioni di vita o di morte come il conflitto in Palestina.

In conclusione, l’incidente al Salone del libro di Torino ha messo in luce la necessità di affrontare temi politici in spazi culturali. Mentre alcuni sostengono che tali argomenti non dovrebbero essere evitati, altri sottolineano l’importanza di affrontarli in modo rispettoso e costruttivo. I festival letterari e culturali possono essere un’opportunità per aprire un dialogo su tali questioni e cercare di comprendere le diverse prospettive.

Share.