Elena Cecchettin è un’attivista che si oppone alla violenza, e lo fa in maniera sorprendente. La sua ultima protesta è avvenuta sul palco dell’Arena Robinson Repubblica al Salone del Libro di Torino, dove ha tenuto un monologo di dieci minuti dedicato alla resistenza e all’autodeterminazione. Indossava una t-shirt nera con la scritta ‘Stop al genocidio’ e aveva i capelli raccolti in trecce.

Durante il suo discorso, Elena ha invitato a mettere in discussione l’idea stessa di forza e a esplorare altre forme di potere, che non si basano sull’oppressione e sulla coercizione. Queste parole sono state particolarmente significative per Elena, che è la sorella di Giulia, una giovane donna assassinata dall’ex fidanzato Filippo Turetta nell’11 novembre 2023.

La presenza del padre di Elena, Gino Cecchettin, al Salone del Libro ha reso l’evento ancora più emozionante. Gino è stato presente per presentare il libro ‘Cara Giulia’, scritto insieme a Marco Franzoso, che racconta la storia di Giulia e della sua tragica morte.

Durante il suo monologo, Elena è stata interrotta da una contestatrice che ha urlato frasi offensive e accusatorie nei confronti delle donne presenti. Nonostante ciò, Elena è riuscita a mantenere la calma e a continuare il suo discorso. Ha parlato della resistenza femminista e della necessità di liberare il proprio spazio, sottolineando che il corpo della donna è costantemente sotto attacco.

Elena ha fatto riferimento alla violenza sessuale come arma di guerra, sottolineando che lo stupro viene utilizzato come mezzo per dimostrare potere e superiorità. Ha anche criticato l’idea che il patriarcato sia un insulto in confronto alle bestie, affermando che le donne hanno mantenuto l’istinto materno, mentre gli uomini uccidono i loro figli.

Nonostante il momento di turbamento causato dalla contestatrice, l’incontro è proseguito e il pubblico ha continuato ad ascoltare attentamente le parole di Elena. La sua determinazione nel combattere la violenza e promuovere l’autodeterminazione delle donne è evidente, anche dal fatto che ha scelto di non parlare con i giornalisti né farsi fotografare.

Elena Cecchettin è un esempio di coraggio e determinazione, una voce che si alza contro la violenza e l’oppressione. La sua protesta sorprendente al Salone del Libro di Torino ha messo in luce l’importanza di discutere e esplorare nuove forme di potere, che non si basano sulla violenza e sulla coercizione. La sua voce continuerà ad ispirare e a guidare la lotta per un mondo più giusto e pacifico.

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