Il giornalista e autore Pietro Minto ha scritto un libro emozionante e stimolante intitolato “La seconda prova – Imparare la matematica, vent’anni dopo”, pubblicato da Einaudi. In questo saggio narrativo, Minto racconta il suo complesso rapporto con la matematica da quando era ragazzo e come sia stato in grado di affrontare nuovamente questa materia da adulto.

Minto confessa che la matematica era una costante nella sua vita da studente, riempiendo le sue giornate e persino le sue notti, poiché spesso sognava interrogazioni e verifiche. Nel prologo del libro, l’autore spiega che questo legame profondo con la materia era dovuto al fatto di averla studiata per otto anni, sia alle medie che alle superiori, senza mai riuscire ad avere successo.

Ma è possibile per un adulto riprendere lo studio della matematica da zero? Minto si è cimentato in questa impresa titanica e ha deciso di condividerla con i lettori nel libro “La seconda prova”. Attraverso una serie di esercizi e spiegazioni, l’autore approfondisce la storia della matematica, definendola una disciplina antica e regina delle scienze. Ci ricorda che l’algebra, ad esempio, esisteva già migliaia di anni fa in Mesopotamia e nell’antico Egitto.

Il libro è arricchito da aneddoti e curiosità che vanno oltre la matematica. Minto parla della fatica di scrivere a penna i numeri per ore e ore, mentre risolveva gli esercizi, e del dolore alla mano che ne derivava. Per illustrare l’intensità di questa esperienza, cita l’autore John Green, che ha autografato 150.000 fogli di carta in soli sei mesi, consumando centinaia di pennarelli e facendo esercizi speciali per evitare problemi al braccio destro.

Oltre a “La seconda prova”, Pietro Minto ha scritto altre opere interessanti, tra cui “Cos’è Amazon”, sempre pubblicato da Einaudi.

In conclusione, il libro di Pietro Minto è una testimonianza appassionante di come un adulto possa affrontare il ritorno allo studio della matematica. Attraverso le sue esperienze personali e la storia della disciplina stessa, l’autore offre nuovi spunti di riflessione e dimostra che imparare ad amare una materia che un tempo era una croce può essere un’esperienza emozionante e gratificante.

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