Jasmine Trinca, una delle attrici protagoniste della serie “L’arte della gioia” diretta da Valeria Golino, si appresta a partire per il Festival di Cannes, dove presenterà la serie che racconta una storia di riscatto femminile. In un’intervista esclusiva per Vanity Fair, Jasmine Trinca parla delle molestie subite nel corso della sua carriera, sottolineando che il 90% delle donne ha vissuto esperienze simili.

L’attrice rivela di essere stata vittima di molestie fisiche e verbali quando era giovane. La sua denuncia non è solo contro i molestatori, ma anche contro un sistema che permette tali abusi. Trinca afferma che non si tratta solo di individui malvagi, ma di un sistema di potere radicato nella nostra cultura. Queste parole riflettono l’atmosfera di denuncia che si respira nel mondo del cinema, soprattutto dopo il movimento MeToo.

Jasmine Trinca fa parte del collettivo di attrici Dissenso comune, nato in seguito alle denunce del movimento MeToo negli Stati Uniti. Tuttavia, l’attrice ammette che il collettivo è stato un fallimento e si assume la responsabilità politica di ciò. Nonostante questo, Trinca si rifiuta di fare nomi e spiega che all’epoca dei fatti non aveva pienamente compreso ciò che stava accadendo. Oggi è troppo tardi per presentare denunce ufficiali, ma l’attrice vuole raccontare la sua storia per permettere ad altre donne di riconoscersi e fare un discorso politico sul tema.

Nonostante le sue esperienze negative, Jasmine Trinca è determinata a difendere uno spazio lavorativo pulito da abusi di potere. Afferma di non voler lavorare con persone che molestano o abusano degli altri. La sua collaborazione con Valeria Golino, regista di “L’arte della gioia”, è frutto di una grande stima reciproca. Trinca definisce Golino la sua regista preferita e ammira il suo sguardo che riesce a rendere tutto bello.

Le parole di Jasmine Trinca sono un importante contributo al dibattito sulle molestie nel mondo del cinema e sulla necessità di un cambiamento radicale. La sua testimonianza serve da ispirazione per altre donne che potrebbero trovarsi nella stessa situazione. È importante che si continui a dar voce a queste storie affinché si possa porre fine a un sistema che permette tali abusi.

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