Un’operazione della Polizia di Stato ha portato al denunciamento di 75 militanti anarchici in diverse città italiane, tra cui Torino, Roma, Milano, Livorno, Alessandria e Cuneo. Le misure cautelari riguardano 18 persone, che sono state sottoposte ad arresti domiciliari, obbligo o divieto di dimora e obbligo di presentazione quotidiana alla Procura Generale. Le accuse vanno dalla devastazione alla violenza e alle lesioni aggravate ai pubblici ufficiali.

I fatti risalgono alla manifestazione nazionale anarchica svoltasi a Torino il 4 marzo 2023 in solidarietà ad Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41 bis. Durante la manifestazione, circa 1000 anarchici hanno dato vita a un corteo non preavvisato nel centro cittadino. Durante gli scontri con le forze dell’ordine, sono stati lanciati bottiglie molotov e oggetti contundenti, causando danni ingenti a vetrine, banche, arredi urbani, monumenti e veicoli privati, per un totale di oltre 630 mila euro.

Nel corso degli scontri, due agenti di polizia sono rimasti feriti, uno dei quali con una prognosi di 100 giorni. Al mattino del 4 marzo, in occasione dell’arrivo dei manifestanti provenienti da diverse parti d’Italia e dall’estero, le forze dell’ordine avevano organizzato controlli preventivi. Durante tali controlli, sono state trovate numerose armi e attrezzature offensive tra i manifestanti, tra cui caschi, maschere antigas, martelli, piedi di porco e coltelli. In totale, sono state denunciate 28 persone per porto abusivo di oggetti atti a offendere e resistenza a pubblico ufficiale.

Questa operazione della Polizia di Stato rappresenta un importante passo nel contrasto alla violenza e alla criminalità anarchica. Le misure cautelari adottate dimostrano l’impegno delle forze dell’ordine nel garantire la sicurezza dei cittadini e nel reprimere le azioni violente che minano la convivenza civile.

La solidarietà espressa durante la manifestazione per Alfredo Cospito non può giustificare né legittimare gli episodi di violenza accaduti. È fondamentale che le manifestazioni si svolgano in modo pacifico e nel rispetto delle leggi, al fine di evitare danni alle persone e alle cose. La libertà di espressione e di manifestazione sono diritti fondamentali, ma devono essere esercitati nel rispetto delle regole democratiche.

Le indagini proseguiranno al fine di individuare tutti i responsabili degli episodi di violenza. È importante che la giustizia faccia il suo corso e che coloro che hanno commesso reati siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Allo stesso tempo, è necessario promuovere un dialogo aperto e costruttivo tra le istituzioni e i movimenti sociali al fine di prevenire futuri episodi di violenza e trovare soluzioni alle problematiche che spingono alcune persone a ricorrere a tali azioni estreme.

La società italiana ha bisogno di un clima di pace e sicurezza, in cui le diversità di opinione possano essere espresse e discusse nel rispetto reciproco. Solo attraverso il dialogo e il rispetto reciproco si può costruire un futuro migliore per tutti.

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