Musica e l’orrore dei campi di concentramento nazisti: una mostra imperdibile

L’arte ha il potere di esprimere emozioni e raccontare storie che spesso le parole non riescono a descrivere. È proprio questo il caso dell’artista Anton Zoran Music, la cui mostra attualmente in corso a Venezia offre un’opportunità unica di immergersi nella sua visione dell’orrore dei campi di concentramento nazisti.

Nato vicino a Gorizia nel 1909 e morto a Venezia nel 2005, Music è considerato uno dei maestri del Novecento e la sua opera potrebbe rientrare pienamente nel concetto di “Stranieri Ovunque” e di “esule in patria”, tema centrale della Biennale d’Arte di quest’anno.

La mostra, allestita presso la Galerie Bordas vicino alla Fenice, presenta una trentina di opere grafiche, disegni e dipinti che rappresentano i diversi temi che hanno ispirato l’artista nel corso della sua carriera. Dai cavallini della sua terra d’origine ai motivi vegetali, dai paesaggi senesi alle vedute sulla Giudecca, fino ai ritratti e ai motivi ispirati ai campi di concentramento.

È proprio quest’ultima tematica che ha segnato profondamente la vita e l’opera di Music. Durante la sua esperienza come prigioniero, l’artista riuscì a salvare solo alcuni scarni disegni, che in seguito avrebbero dato vita al ciclo “Non siamo gli ultimi”. Queste opere raccontano la tragedia delle vittime innocenti dei campi di concentramento nazisti, i volti scarnificati, le mani secche intrecciate sul petto, i cadaveri spogliati della loro dignità umana.

Secondo l’artista, dipingere era una necessità vitale, un modo per respirare. Se gli fosse stato vietato dipingere, avrebbe perso l’aria stessa. I suoi quadri nascono da un momento irripetibile, prendendo vita sulla tela o sui fogli come i cavallini della sua terra d’origine.

La mostra a Venezia rappresenta la quarta esposizione della galleria e offre un’opportunità unica di immergersi nell’arte di Anton Zoran Music. Attraversando i diversi temi che hanno nutrito il suo sguardo interiore, si può apprezzare l’evoluzione della sua arte nel corso degli anni.

La mostra “Musica e l’orrore dei campi di concentramento nazisti” è aperta al pubblico fino al primo giugno. È un’opportunità imperdibile per conoscere e apprezzare l’opera di uno dei maestri del Novecento e per riflettere sull’orrore della storia umana, affrontato con coraggio e sensibilità attraverso l’arte.

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