Indignazione a Palermo per il festeggiamento del boss nella chiesa di Falcone
Un fatto scandaloso ha scosso la città di Palermo, suscitando indignazione e rabbia tra i cittadini. Il boss mafioso Tommaso Lo Presti ha festeggiato le sue nozze d’argento nella Chiesa di San Domenico, luogo di riposo delle spoglie di Giovanni Falcone, il famoso giudice antimafia ucciso dalla mafia nel 1992.
Lo Presti, appena scarcerato dopo oltre dieci anni di carcere, ha deciso di celebrare il suo venticinquesimo anniversario di matrimonio in questa chiesa suggestiva e simbolica. Nonostante la sua condanna per mafia e quella della moglie, i due hanno potuto celebrare la loro festa all’interno del Pantheon dei siciliani illustri.
La notizia ha suscitato l’indignazione di Maria Falcone, sorella del giudice ucciso, che si è dichiarata amareggiata per questa “prepotenza” del boss nei confronti della memoria di suo fratello. Maria Falcone ha sottolineato che Giovanni, dall’alto, non si cura di loro, ma la sua indignazione è condivisa da molti cittadini.
Il rettore di San Domenico ha dichiarato di aver scoperto solo successivamente l’identità della coppia e ha assicurato che l’offerta ricevuta dal boss non sarà restituita, ma utilizzata per scopi benefici. Tuttavia, questa spiegazione sembra non essere sufficiente per chi si sente profondamente ferito da questo gesto.
Alcuni parlano di un “grave sfregio alla memoria e alla città” e puntano il dito anche contro certi settori della Chiesa che ancora non si sono distanziati in modo chiaro dai comportamenti mafiosi.
La Chiesa di San Domenico, costruita a partire dal 1640, è uno dei luoghi di culto più importanti della Sicilia ed è sotto la giurisdizione dell’Ordine dei Domenicani, non dell’arcidiocesi di Palermo. Dal 2015, la chiesa accoglie anche il Pantheon degli Illustri di Sicilia, tra cui Giovanni Falcone.
La città di Palermo ha vissuto numerosi sacrifici da parte di uomini e donne delle istituzioni e della società civile nella lotta contro la mafia. L’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha sottolineato la necessità di una “resistenza attiva e proficua alla mafia e alle tante forme del male strutturato che insanguina le strade della città”. È fondamentale impegnarsi nella costruzione di una città giusta e solidale, libera da strutture mafiose, corruzione e falsità.
Nello stesso Pantheon riposano anche le spoglie di un altro siciliano illustre, lo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa. La sua presenza in questo luogo ha l’obiettivo di esaltare l’attualità del suo messaggio, che analizza il periodo di crisi e trasformazioni descritto nel suo celebre romanzo “Il Gattopardo”. Il messaggio di Lampedusa, che accusa l’incapacità di cambiamento, risulta ancora attuale: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
In conclusione, il festeggiamento del boss mafioso Tommaso Lo Presti nella chiesa di Falcone ha scosso profondamente la città di Palermo. Questo gesto è stato considerato un’offesa alla memoria del giudice Falcone e un’ulteriore dimostrazione di connivenza tra mafia e certi settori della Chiesa. È necessario rinnovare l’impegno per una lotta attiva contro la mafia e per la costruzione di una città giusta e solidale.