Gli Avari, un antico popolo di nomadi guerrieri che ha dominato le steppe euroasiatiche tra il VI e il IX secolo d.C., stanno finalmente rivelando i segreti della loro affascinante struttura sociale grazie alle scoperte del DNA antico. Uno studio condotto da un gruppo internazionale di esperti, guidato dall’italiano Guido Alberto Gnecchi Ruscone, ha utilizzato l’analisi del DNA di 424 individui per ricostruire gli alberi genealogici degli Avari, rivelando dettagli sulla loro organizzazione sociale.

Questo studio è stato parte del progetto di ricerca multidisciplinare HistoGenes, finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (Erc) e guidato dall’Accademia austriaca delle scienze. L’obiettivo del progetto è quello di combinare studi storici, archeologici, antropologici e genetici per comprendere meglio le popolazioni che hanno vissuto nell’Europa centro-orientale tra il 400 e il 900 d.C.

Gli Avari, nonostante siano uno dei popoli meno conosciuti, hanno lasciato oltre centomila sepolture che hanno fornito preziose informazioni agli studiosi. Questi dati archeologici sono stati incrociati con quelli ottenuti dall’analisi del DNA antico di 424 individui, di cui circa 300 avevano un parente stretto sepolto nello stesso cimitero.

I risultati dello studio hanno rivelato che gli Avari avevano un sistema di discendenza patrilineare molto rigoroso, in cui i figli maschi rimanevano nella comunità paterna, mentre le donne si trasferivano nella comunità del loro partner. Inoltre, sono state trovate prove di poliginia, ovvero l’unione di un uomo con due o più donne, e di levirato, cioè l’istituzione per cui le donne vedove si univano al fratello del defunto.

Secondo Guido Alberto Gnecchi Ruscone, queste pratiche, insieme all’assenza di consanguineità genetica, indicano che la società degli Avari aveva una memoria dettagliata dei loro antenati e sapeva chi erano i parenti biologici per generazioni.

Uno degli aspetti più interessanti emersi dallo studio è stato il cambiamento genetico avvenuto verso la fine del VII secolo. Gli alberi genealogici ad alta definizione hanno mostrato come il patrilignaggio dominante in una regione fu sostituito da un altro, segno di un cambiamento del potere politico.

Queste scoperte offrono uno sguardo senza precedenti sulla struttura sociale degli Avari e sulla loro dinamica interna. Grazie all’analisi del DNA antico, gli studiosi stanno scoprendo sempre di più sui popoli che hanno vissuto nell’Europa centro-orientale durante il periodo di transizione tra la caduta dell’Impero romano e la formazione dei primi stati medievali.

L’importanza di questo tipo di ricerca multidisciplinare è evidente. Solo combinando le conoscenze storiche, archeologiche, antropologiche e genetiche possiamo ottenere una comprensione completa delle antiche popolazioni che hanno plasmato il nostro passato. Grazie al progetto HistoGenes e alle scoperte sul DNA antico degli Avari, stiamo scoprendo nuovi dettagli affascinanti sulla nostra storia e sulle società che ci hanno preceduto.

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