Un uomo di 72 anni è morto dopo quasi due anni di infezione da Covid-19, stabilendo così un nuovo record per il caso più lungo mai registrato. Questo tragico episodio è stato presentato al Congresso della European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (ESCMID) a Barcellona da Magda Vergouwe della Amsterdam University Medical Center.

Secondo gli esperti, la persistenza dell’infezione è stata determinata dalla presenza di una variante altamente modificata geneticamente, con ben 50 mutazioni. Questo caso eccezionale ha coinvolto un paziente con basse difese immunitarie, che era immunocompromesso a causa di una terapia contro un tumore del sangue. Il paziente assumeva immunosoppressori, inclusi farmaci che eliminano i linfociti B, i globuli bianchi che producono gli anticorpi diretti contro il virus SARS-CoV-2.

Nonostante le vaccinazioni ricevute, il paziente non presentava anticorpi specifici per il SARS-CoV-2 al momento del ricovero. La sorveglianza genomica ha rivelato che l’infezione era causata dalla variante Omicron SARS-CoV-2 BA.1.17. Purtroppo, il sistema immunitario del paziente non è stato in grado di eliminare il virus nonostante i trattamenti con anticorpi specifici e farmaci anti-infiammatori.

Durante i 613 giorni di positività ininterrotta, il paziente ha sperimentato molteplici episodi sintomatici che hanno richiesto numerosi ricoveri ospedalieri. L’infezione persistente ha avuto un impatto significativo sulla sua qualità di vita, costringendolo a lunghi periodi di isolamento e all’utilizzo intensivo di dispositivi di protezione personale.

Ciò che rende questo caso ancora più preoccupante è il fatto che il virus isolato dal paziente è risultato resistente all’anticorpo sotrovimab, somministrato come parte del trattamento. Solo 21 giorni dopo l’infusione, il virus ha sviluppato una resistenza al farmaco. Inoltre, l’analisi del genoma del virus ha rivelato oltre 50 mutazioni, dimostrando come le infezioni persistenti siano un terreno fertile per l’evoluzione e lo sviluppo di nuove varianti.

Questo caso estremamente raro solleva importanti questioni sulla gestione delle infezioni prolungate da Covid-19 e sottolinea l’importanza di una risposta immunitaria adeguata nel combattere il virus. È fondamentale continuare a monitorare da vicino l’evoluzione del virus e adattare le strategie di trattamento di conseguenza.

La comunità scientifica dovrà approfondire ulteriormente lo studio di casi come questo al fine di migliorare le terapie disponibili e prevenire l’emergere di nuove varianti resistenti ai farmaci. Nel frattempo, è essenziale che ognuno di noi continui a seguire le linee guida sanitarie e a prendere precauzioni per proteggere se stessi e gli altri dalla diffusione del virus. Solo così potremo sperare di porre fine a questa pandemia una volta per tutte.

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