Il carcere minorile ‘Beccaria’ di Milano si prepara per un nuovo inizio con l’arrivo di un nuovo comandante, Daniele Alborghetti. Questo avvicendamento arriva dopo l’inchiesta che ha portato all’arresto di ben 13 agenti, tra cui il precedente comandante Manuela Federico e Francesco Ferone.

Il nome di Alborghetti non è nuovo alle cronache, infatti nel 2018 è stato coinvolto in un’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta riguardante gli appalti per l’installazione di macchinette per bibite e sigarette a Monza. Inizialmente condannato a 5 anni e 4 mesi di carcere, è stato poi assolto definitivamente. A marzo di quest’anno, Alborghetti aveva dichiarato uno sciopero della fame, affermando di essere stato “rovinato” dall’inchiesta giudiziaria e chiedendo un incontro con il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

La comandante Manuela Federico, non indagata dalla procura di Milano, era stata temporaneamente assegnata all’incarico dall’Ufficio di esecuzione penale esterna, senza una scadenza definita. Lo stesso valeva anche per Francesco Ferone. Ciò significa che durante i mesi in cui si sono verificate presunte torture all’interno del carcere, non c’era un comandante stabile. I comandanti non fissi non sono tenuti a recarsi tutti i giorni in carcere.

La nomina di Daniele Alborghetti rappresenta quindi un passo avanti verso una maggiore stabilità all’interno del carcere minorile ‘Beccaria’. Nel frattempo, il ministero della Giustizia ha inviato una richiesta agli uffici di Esecuzione penale esterna di diverse città italiane, chiedendo l’invio di personale per coprire le criticità attuali nel carcere. Tuttavia, secondo Gennarino De Fazio, segretario del sindacato Uilpa, questa misura non è sufficiente a colmare il vuoto di organico causato dai provvedimenti cautelari.

Il carcere minorile ‘Beccaria’ ha bisogno di una vera e propria svolta per garantire il pieno rispetto dei diritti dei detenuti e una gestione efficace della struttura. La nomina di Daniele Alborghetti potrebbe rappresentare l’inizio di un nuovo capitolo per il carcere, ma sarà fondamentale che vengano adottate misure concrete per affrontare le criticità esistenti e garantire un ambiente sicuro e giusto per i giovani detenuti.

La vicenda del carcere minorile ‘Beccaria’ mette in luce l’importanza di una gestione adeguata delle strutture penitenziarie, soprattutto quelle destinate ai giovani detenuti. È fondamentale che vengano assicurati i diritti fondamentali di ogni individuo, indipendentemente dalla loro condizione. Solo attraverso un impegno concreto e una riforma del sistema penitenziario sarà possibile garantire una piena riabilitazione dei detenuti e una reale possibilità di reinserimento nella società.

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