Il Sud Italia rimane indietro nella presentazione dei bilanci comunali, nonostante la maggioranza dei Comuni italiani abbia dimostrato di essere virtuosa in questo processo. Secondo un’elaborazione dei dati del Ministero dell’Economia effettuata dal Centro studi enti locali, quest’anno sette su dieci Comuni avevano già approvato e trasmesso il bilancio di previsione entro metà febbraio, mentre al 15 marzo l’84% dei Comuni era in linea con le scadenze.

Questo dato rappresenta una netta rottura rispetto al passato e dimostra l’efficacia delle misure adottate dal Ministero dell’Economia lo scorso anno per interrompere l’abitudine di posticipare all’infinito la presentazione dei bilanci. Tuttavia, emerge ancora una volta l’esistenza di enormi differenze tra le diverse aree del Paese. Ad esempio, solo il 30% dei Comuni siciliani ha approvato e trasmesso il bilancio, mentre in Valle d’Aosta e in Emilia Romagna la percentuale sale al 96%.

Dopo anni di slittamenti, nel 2023 è stato emanato un decreto ministeriale che ha ridefinito le scadenze contabili. Nonostante una proroga fino al 15 marzo di quest’anno, ben il 59% dei Comuni italiani ha iniziato l’anno con un bilancio di previsione già approvato, senza avvalersi del tempo aggiuntivo concesso dal Ministero dell’Interno.

Secondo il Centro studi enti locali, basandosi sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche, l’84% dei Comuni italiani ha approvato il bilancio entro il 15 marzo. Tuttavia, mancano ancora i bilanci di 1.268 Comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la maggior parte di essi è di piccole dimensioni, con meno di 10mila abitanti. Inoltre, il 64% di questi Comuni si trova nel Sud Italia e nelle isole.

Questi dati evidenziano la necessità di migliorare la situazione nel Sud Italia, dove i Comuni sono ancora in ritardo nella presentazione dei bilanci comunali. È importante che vengano adottate misure specifiche per supportare questi Comuni e garantire una gestione finanziaria più efficiente. Solo così si potrà ridurre il divario tra le diverse aree del Paese e promuovere uno sviluppo equilibrato su tutto il territorio nazionale.

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