Italiani costretti a rinunciare alle cure a causa di tempi di attesa interminabili

Un nuovo sondaggio condotto da Ipsos in occasione della giornata mondiale della Salute ha rivelato dati preoccupanti riguardo all’accesso alle cure nel Servizio Sanitario Nazionale italiano. Secondo il sondaggio, ben il 74% dei cittadini ha dovuto rinunciare almeno una volta a una prestazione del SSN a causa dei tempi di attesa.

Ma le sfide non si fermano qui. Il 57% degli intervistati ha dovuto rinunciare perché la prestazione non era erogata nella propria zona. Questo fenomeno è diffuso in tutto il Paese, ma è particolarmente preoccupante nelle regioni del centro-nord e del centro-sud. Nonostante queste evidenti lacune, il 64% del campione sostiene che la sanità debba essere esclusivamente pubblica “ad ogni costo”.

È interessante notare che l’80% dei cittadini che hanno rinunciato a curarsi nel SSN ha avuto comunque la possibilità di rivolgersi a un servizio privato per ottenere la prestazione desiderata. Tuttavia, il 16% ha del tutto rinunciato alle cure, una percentuale che tende a raddoppiare tra le fasce di popolazione più svantaggiate dal punto di vista economico e sociale.

“L’offerta specialistica risente in tutto il Paese di una insufficiente disponibilità di risorse economiche ed organizzative per garantire i livelli essenziali di assistenza”, sottolinea Silvestro Scotti, Segretario Nazionale della FIMMG. “La Medicina Generale si riconferma ancora una volta l’unico vero baluardo del Servizio Sanitario Nazionale strutturalmente adeguato a fornire ai cittadini un’assistenza di prossimità, gratuita e accessibile a tutte le fasce socio-economiche, trasversalmente in tutto il Paese”.

L’accesso alle prestazioni indifferibili dal proprio medico di famiglia non prevede liste di attesa, mentre le visite programmate vengono effettuate entro pochi giorni. Questo è il motivo per cui i cittadini non rinunciano alle prestazioni del proprio medico di famiglia, a differenza di quello che accade in altri ambiti.

“Il valore della sanità pubblica è riconosciuto e difeso dagli italiani”, afferma Andrea Scavo, Direttore dell’Osservatorio ItaliaInsight di Ipsos. “Su questo tema le nostre indagini registrano costantemente una grande sensibilità degli italiani, che considerano la sanità una delle priorità nazionali e, aspetto più unico che raro, si dichiarano disponibili anche a sostenere un aumento delle tasse pur di migliorarne i servizi”.

Questi dati indicano che i cittadini italiani sono frustrati dai tempi di attesa e dalla scarsa capillarità dei servizi sanitari sul territorio. Tuttavia, restano fortemente legati all’idea di una sanità esclusivamente pubblica. Questo dimostra l’importanza che gli italiani attribuiscono alla sanità come priorità nazionale e la loro volontà di sostenere un sistema migliore, anche se ciò significa un aumento delle tasse.

La sfida ora è per il governo e le autorità sanitarie di ascoltare le preoccupazioni dei cittadini e prendere provvedimenti per migliorare l’accesso alle cure nel SSN. È necessario investire maggiormente nelle risorse economiche e organizzative, così come garantire la disponibilità di prestazioni in tutte le zone del Paese.

Solo attraverso un impegno comune da parte di tutti gli attori coinvolti sarà possibile garantire ai cittadini italiani un sistema sanitario pubblico efficace e accessibile a tutti, senza che nessuno sia costretto a rinunciare alle cure a causa di tempi di attesa interminabili.

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