La scoperta di una zanzara Anopheles sacharovi lungo la costa salentina ha scatenato preoccupazioni riguardo a un possibile ritorno della malaria in Italia. Tuttavia, l’Istituto Superiore di Sanità ha rassicurato la popolazione, sottolineando che le condizioni socio-economiche e igienico-sanitarie attuali del paese sono molto diverse da quelle del passato, quando la malattia era diffusa.

La zanzara Anopheles sacharovi, insieme alla specie Anopheles labranchiae, era associata alla trasmissione della malaria prima che la malattia fosse eradicata dall’Italia nel 1970. Tuttavia, l’Istituto Superiore di Sanità afferma che il ritrovamento di questa zanzara non deve destare allarmismo, in quanto esistono misure preventive e di sorveglianza per prevenire il rischio di reintroduzione della malattia.

Una specifica Circolare Ministeriale fornisce chiare indicazioni per la sorveglianza dei casi umani di malaria importata e stabilisce gli interventi da mettere in atto sul territorio in presenza di presunti casi autoctoni. Ciò significa che le autorità sanitarie sono pronte ad agire tempestivamente nel caso in cui si verifichi un potenziale focolaio di malaria.

La scoperta della zanzara Anopheles sacharovi è stata possibile grazie a una ricerca congiunta tra l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e Basilicata e l’Azienda Sanitaria Nazionale di Lecce. La ricerca, finanziata dal Ministero della Salute e recentemente anche da fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), è iniziata nel 2018 in Puglia e Basilicata.

Fino ad ora erano state identificate solo Anopheles labranchiae, già segnalato in altre regioni italiane e ritrovato nel Gargano e nel Metaponto, e Anopheles superpictus, ritenuto vettore secondario e presente solo in alcune aree della Basilicata. Tuttavia, le densità di queste zanzare non sembrano costituire un rischio epidemiologico significativo.

Il ritrovamento di un singolo esemplare adulto di Anopheles sacharovi in un’area rurale del leccese ha dato il via a un’indagine entomologica mirata. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, questo ritrovamento è rilevante dal punto di vista scientifico e sanitario, poiché questa zanzara era ritenuta ormai scomparsa dal territorio italiano dopo le operazioni di bonifica e la campagna di lotta antimalarica del secondo dopoguerra.

L’Istituto Superiore di Sanità sottolinea l’importanza della sorveglianza entomologica per prevenire il rischio di reintroduzione della malaria in Italia. È necessario monitorare attentamente la presenza di zanzare vettori e adottare misure preventive appropriate per evitare una potenziale diffusione della malattia.

In conclusione, non c’è motivo di allarmarsi per il ritorno della malaria in Italia. Le autorità sanitarie sono preparate a intervenire in caso di necessità e la sorveglianza entomologica è un elemento chiave per prevenire il rischio di reintroduzione della malattia. La scoperta della zanzara Anopheles sacharovi è un importante risultato scientifico, ma le condizioni attuali del paese rendono improbabile una diffusione significativa della malaria.

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