Il crollo di Stellantis trascina la Borsa di Milano al ribasso, con il Ftse Mib che chiude la seduta con una perdita del 1,5% a 33.815 punti. La principale causa di questa flessione è stata la deludente performance del gruppo automobilistico nel primo trimestre dell’anno. Questo risultato ha contribuito a creare un clima di sfiducia per il settore auto in Europa, evidenziato anche dai risultati negativi di Mercedes e Volkswagen.

La situazione non è stata positiva per altre aziende quotate in Borsa, come Iveco (-2,75%), Saipem (-2,12%) e Tim (-2%). Dall’altra parte, alcune società hanno registrato un aumento dei loro titoli, come Bper (+1,66%), Fineco (+1,47%) e Fineco (+1,4%), dimostrando una certa solidità nel settore del credito.

Da un punto di vista più generale, lo spread tra i titoli di stato italiani e tedeschi è rimasto stabile a 132 punti, mentre il rendimento del decennale italiano è salito di 6 punti base al 3,91%.

Questi dati evidenziano una giornata negativa per la Borsa di Milano, con la performance di Stellantis che ha avuto un impatto significativo sull’andamento generale. Il settore automobilistico in Europa sembra attraversare una fase difficile, con diversi player che stanno registrando risultati in calo.

Tuttavia, nonostante questa situazione negativa, alcune società del settore finanziario hanno dimostrato una certa resilienza. Bper, Fineco e Fineco hanno registrato un aumento dei loro titoli, evidenziando una certa stabilità nel settore del credito.

La situazione dei titoli di stato italiani è rimasta stabile, nonostante le turbolenze sul mercato azionario. Questo potrebbe essere un segnale di fiducia nei confronti dell’economia italiana, nonostante la situazione negativa nel settore automobilistico.

In conclusione, la Borsa di Milano ha chiuso in ribasso a causa del crollo di Stellantis e delle preoccupazioni sul settore auto in Europa. Tuttavia, alcune società del settore finanziario hanno mostrato una certa solidità. Sarà interessante monitorare l’andamento di questi settori nei prossimi mesi per capire se si tratta di una tendenza temporanea o di un problema più ampio nel mercato.

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