Un ricercatore statunitense ha intentato una causa contro Meta, l’azienda madre di Facebook, con l’obiettivo di dare agli utenti del social network il controllo sull’algoritmo che determina i contenuti presenti nel loro feed di notizie. Ethan Zuckerman, il ricercatore in questione, ha sviluppato un programma per i principali browser che consente agli utenti di azzerare le connessioni su Facebook, cancellando amicizie e “mi piace”. In questo modo, gli utenti possono utilizzare la piattaforma come se fosse la prima volta, visualizzando solo i contenuti di loro reale interesse anziché quelli suggeriti dall’algoritmo o dai collegamenti.
L’iniziativa di Zuckerman arriva dopo che l’Unione Europea ha imposto ai principali social network di consentire agli utenti di visualizzare i post in ordine cronologico, oltre che basandosi sulle raccomandazioni dell’algoritmo. Tuttavia, la decisione su se pubblicare o meno lo strumento chiamato “Unfollow Everything 2.0” dipenderà dalla sentenza della Corte Federale di San Francisco sulla denuncia presentata.
È interessante notare che Meta ha già preso provvedimenti riguardo a strumenti simili in passato. Nel 2021, l’azienda ha bandito definitivamente Louis Barclay, uno sviluppatore britannico che aveva creato uno strumento chiamato Unfollow Everything. Questo dimostra che Facebook è disposta ad agire per proteggere il proprio algoritmo e impedire modifiche non autorizzate.
La causa intentata da Zuckerman solleva importanti questioni riguardo alla libertà degli utenti di controllare i contenuti che visualizzano sui social media. Molti utenti si sono lamentati del fatto che l’algoritmo di Facebook tende a mostrare loro solo contenuti che rafforzano le loro convinzioni preesistenti, creando così una sorta di “bolla” in cui gli utenti vengono esposti solo a opinioni simili alle proprie. Azzerando le connessioni e cancellando amicizie e “mi piace”, gli utenti potrebbero finalmente avere la possibilità di vedere una varietà più ampia di contenuti e prospettive.
Tuttavia, è importante considerare anche le possibili conseguenze negative di una tale azione. Se gli utenti possono azzerare le loro connessioni su Facebook, potrebbe diventare più difficile per l’algoritmo filtrare i contenuti dannosi, come la disinformazione o l’incitamento all’odio. Inoltre, ciò potrebbe rendere più difficile per gli utenti scoprire nuovi contenuti e connettersi con persone che pensano diversamente da loro.
La decisione della Corte Federale di San Francisco su questa causa avrà sicuramente un impatto significativo sul futuro dei social media e sulla libertà degli utenti di controllare i contenuti che ricevono. Rimaniamo in attesa della sentenza e delle conseguenze che ne derivano.