La richiesta di badanti e colf sta raggiungendo livelli esplosivi in Italia, con oltre 112mila domande presentate per soli 9.500 posti disponibili. Questi dati emergono dal decreto flussi, che prevede l’ingresso di 9.500 immigrati non comunitari nel settore dell’assistenza familiare ogni anno fino al 2025. Tuttavia, secondo l’associazione dei datori di lavoro domestico Domina, sono già state ricevute oltre dieci volte il numero consentito di domande, solo nei primi giorni.
Le cifre complessive fanno emergere una situazione ancora più preoccupante: nel complesso, sono state inviate oltre 690mila domande per i vari settori, a fronte di soli 151mila ingressi consentiti. Nel settore dell’assistenza familiare e socio-sanitaria, le 9.500 quote sono state completamente assegnate.
La ripartizione delle quote tra le varie regioni vede la Lombardia e il Lazio come le regioni che riceveranno il maggior numero di lavoratori, rispettivamente il 14,9% e il 14,4% del totale nazionale. La Campania, invece, otterrà poco meno di 1.000 lavoratori, pari al 10,2% del totale. Al contrario, le regioni con le quote minori saranno Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Molise, con meno di 100 lavoratori ciascuna.
Questa ripartizione delle quote solleva alcune questioni interessanti. Se confrontiamo questi numeri con la presenza di lavoratori domestici in Italia, notiamo che la Lombardia risulta leggermente sottodimensionata, rappresentando quasi un quinto dei lavoratori domestici in Italia. Al contrario, la Campania sembra sovra-rappresentata, ottenendo il 10,2% delle quote nonostante avere solo il 5,6% dei lavoratori domestici nel paese.
Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, sottolinea come l’ingresso di lavoratori immigrati nel settore domestico sia una necessità urgente. L’invecchiamento della popolazione e i cambiamenti sociali e culturali in corso hanno portato ad un forte aumento dei bisogni di cura e assistenza. Già nel 2020, subito dopo il lockdown, le parti sociali del settore del lavoro domestico avevano inserito questa richiesta nella loro piattaforma programmatica.
Sebbene l’introduzione di una quota specifica per l’assistenza nel Decreto Flussi 2023-2025 rappresenti un primo passo, i numeri dimostrano che la quota di 9.500 lavoratori è irrisoria. In pochi giorni sono state presentate domande dieci volte superiori al numero disponibile.
Questa situazione sottolinea l’urgente necessità di affrontare il problema dell’assistenza familiare in Italia. L’incremento dei bisogni di cura e assistenza richiede una risposta adeguata da parte delle istituzioni e dei datori di lavoro. È indispensabile trovare soluzioni che permettano di garantire un’adeguata assistenza alle persone che ne hanno bisogno, riducendo allo stesso tempo la pressione sulle famiglie italiane. Il settore dell’assistenza familiare rappresenta un’opportunità per l’integrazione di lavoratori immigrati, che possono apportare competenze e professionalità in un settore in crescita. È necessario quindi rivedere le quote previste dal decreto flussi al fine di soddisfare la domanda crescente di badanti e colf in Italia.