Tragedia in Sardegna: la morte dei sub a 106 metri di profondità

Una tragica fine ha colpito due sub esperti a Villasimius, in Sardegna, che sono stati trovati morti a 106 metri di profondità. Stefano Bianchelli, 56 anni, originario di Todi ma residente a Villasimus, e Mario Perniciano, 55 anni, di Cagliari, non sono risaliti in superficie dopo un’immersione vicino al relitto della nave San Marco.

Le operazioni di ricerca, che hanno coinvolto anche la nave ‘Gaeta’ della Marina Militare italiana, si sono protratte per tre giorni prima che i corpi fossero individuati dal ‘Rov’ (Remote Operative Vehicle), un robot telecomandato dei vigili del fuoco. Una delle salme è già stata recuperata, mentre l’altra è stata trovata nelle vicinanze.

Le ricerche sono state condotte nello specchio d’acqua tra le isole di Serpentara e dei Cavoli, sotto la coordinazione della capitaneria di porto di Cagliari. I sommozzatori, la sezione navale e l’elinucleo dei vigili del fuoco hanno lavorato instancabilmente per trovare i due sub dispersi.

I due uomini si erano immersi domenica mattina nell’area del relitto della nave San Marco, una meta popolare per le escursioni subacquee. L’obiettivo era effettuare un sopralluogo a oltre cento metri di profondità per controllare il cavo di ormeggio. Tuttavia, quando non sono risaliti sulla barca d’appoggio come previsto, è scattato l’allarme e la guardia costiera è stata informata.

Le ricerche sono state estese anche alla costa e sono state impiegate diverse risorse, tra cui un drone subacqueo, per massimizzare le possibilità di trovare i due sub. Nonostante gli sforzi congiunti delle autorità e delle squadre di ricerca, la tragedia si è consumata.

Il relitto della nave San Marco, lungo oltre 100 metri e costruito nel 1919, giace sul fondale del mare di fronte a Villasimius dal 1 giugno 1941. Durante la Seconda guerra mondiale, il piroscafo da carico fu affondato da un sommergibile britannico mentre trasportava principalmente carbone durante una traversata da Civitavecchia a Cagliari.

Questa tragica vicenda mette in luce i rischi a cui sono esposti i subacquei esperti durante le loro immersioni. Nonostante l’addestramento e l’esperienza, la pratica di esplorare luoghi di grande profondità può comportare gravi conseguenze. È fondamentale che tutti i subacquei seguano le precauzioni di sicurezza e siano consapevoli dei limiti delle loro capacità.

La comunità subacquea è in lutto per la perdita di Stefano Bianchelli e Mario Perniciano, due uomini che hanno dedicato la loro vita all’esplorazione delle profondità marine. Le loro famiglie e amici sono traumatizzati da questa tragedia, che rimarrà nel cuore della comunità subacquea per molto tempo. È un triste promemoria dell’importanza di rispettare il mare e di essere consapevoli dei pericoli che può nascondere.

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