Nicola Piovani celebra la tradizione musicale di Roma nel suo ultimo album intitolato “Semo o nun semo”, prendendo il nome da una delle canzoni in dialetto romano di Romolo Balzani. Questo spettacolo, che sarà ospitato al Teatro Olimpico dal 12 al 17 marzo, fa parte della stagione dell’Accademia Filarmonica Romana. Il lavoro è stato creato per celebrare il centenario di Villa Borghese e, nonostante siano passati più di vent’anni dal debutto, mantiene ancora tutta la bellezza di una serata dedicata alla tradizione musicale romana.

Lo spettacolo, che include testi scritti da Pietro Piovani (nipote di Nicola), presenta anche il racconto dello stesso Nicola Piovani, che si esibirà sul palco sia come pianista che come narratore. Accanto a lui, ci saranno le voci di Sara Fois, Donatella Pandimiglio, Pino Ingrosso, Carlotta Proietti e l’attore Massimo Wertmüller, accompagnati dall’Ensemble Aracoeli.

Questo spettacolo sarà una sorta di drammaturgia basata sulle canzoni romane, come se fosse un canzoniere della Vecchia Roma del Novecento. Durante la serata, saranno presenti anche citazioni di Trovajoli, stornelli e serenate. Inoltre, verrà ricordato Romolo Balzani, un artista che ha incarnato lo spirito della romanità, attraverso alcune delle sue composizioni più famose come “San Giovanni”, “L’eco der core” e “Barcarolo romano”.

Tra le altre perle della serata, ci saranno anche “Na serenata a Ponte” (una canzone giunta a noi tramite tradizione orale), “Affaccete Nunziata”, “Nina si voi dormite”, “Canzone a Nina” di Petrolini e la celebre “Tanto pe’ cantà”. Altri brani che verranno eseguiti includono “Lulù” di Aldo Fabrizi, “Serenata sincera”, “Roma forestiera” e “Com’è bello fa’ l’amore quando è sera”, uscita all’inizio della seconda guerra mondiale.

Nicola Piovani racconta che le canzoni romane sono state la colonna sonora della sua infanzia, cantate dalla sua madre mentre svolgeva i lavori di casa. Da adulto, ha voluto studiarle per comprenderle meglio, poiché crede che si possa amare veramente solo ciò che si conosce bene.

È stato detto e scritto che la canzone romana non esiste stilisticamente e che sarebbe solo un’imitazione della canzone napoletana. Piovani ammette che in parte ciò potrebbe essere vero, ma sottolinea che la canzone romana ha una sua fisionomia distintiva. Ha un certo sentimento di rassegnazione alla Petrolini, una sorta di disincanto sulfureo, che si traduce in un ritmo vagamente scanzonato. Non è certo la leggera tarantella partenopea, ma è piuttosto un cugino saltarello con piedi pesanti.

In conclusione, lo spettacolo di Nicola Piovani al Teatro Olimpico è un’occasione unica per celebrare la tradizione musicale romana. Attraverso le canzoni e le storie raccontate sul palco, gli spettatori potranno immergersi nella cultura e nell’anima di Roma. Non perdete l’opportunità di assistere a questa serata magica che vi farà scoprire o riscoprire la bellezza della musica romana.

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