L’olio d’oliva, uno degli alimenti più amati e utilizzati nella cucina italiana, sta attraversando un periodo di difficoltà. La minore disponibilità di materia prima, causata dal cambiamento climatico, ha portato ad un aumento delle quotazioni e ad un calo dei consumi sia in Italia che all’estero. Nonostante la Puglia, la regione con la maggiore produzione di olio d’oliva, abbia registrato una produzione superiore alle aspettative, le previsioni per il futuro non sembrano positive. La siccità che ha colpito il Mediterraneo ha dimezzato i quantitativi di olio d’oliva in Spagna, il principale produttore mondiale.
Per rilanciare l’olio d’oliva, Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, ha condiviso con gli esponenti del settore la sua visione strategica durante l’Olio Officina Festival di Milano. L’obiettivo principale è quello di puntare sui valori salutistici dell’olio extravergine e promuoverne le grandi qualità. Non si tratta solo di un condimento per i piatti, ma di un alimento che può regalare benessere al nostro corpo.
Durante il talk “Mercato dell’olio in fibrillazione, le possibili strategie per il futuro”, Andrea Carrassi, direttore generale di Assitol, ha sottolineato che l’olio d’oliva non dovrebbe essere trattato come una merce comune, ma come un prodotto di valore che va pagato adeguatamente. È importante trasmettere al consumatore che l’extravergine ha un valore ben preciso, simile a quello del vino.
Gli esperti intervenuti alla rassegna hanno anche sottolineato l’importanza di rilanciare gli aspetti salutistici dell’olio d’oliva. Attualmente, è praticamente impossibile comunicare sull’etichetta quanto fa bene alla salute l’olio extravergine e perché. La normativa Ue dovrebbe essere rivista per aumentare la conoscenza del prodotto non solo nei Paesi olivicoli come l’Italia, ma anche in quelli in cui l’extravergine è poco conosciuto. L’olio d’oliva è l’unico alimento studiato sull’uomo e testato dal punto di vista degli effetti sulla salute. La ricerca medica ha ampiamente riconosciuto la sua valenza nutrizionale, ma se non si parla la lingua del consumatore sull’etichetta, diventa difficile far conoscere la portata salutistica dell’extravergine.
In conclusione, per rilanciare l’olio d’oliva è necessario mettere al centro della strategia di filiera il valore dell’extravergine e promuoverne i benefici salutistici. È importante che i consumatori comprendano che l’olio d’oliva non è solo un condimento, ma un alimento che può apportare benessere al nostro corpo. La normativa Ue dovrebbe essere rivista per consentire una migliore comunicazione sulla salute dell’olio d’oliva sull’etichetta, in modo da aumentare la conoscenza del prodotto anche nei Paesi in cui è poco conosciuto. L’olio d’oliva ha un valore ben preciso e merita di essere pagato adeguatamente, proprio come succede con il vino. Speriamo che queste strategie possano contribuire a superare le difficoltà attuali e a rilanciare l’olio d’oliva nel panorama alimentare.