Differenze di genere nei meccanismi molecolari della schizofrenia: nuove scoperte

Uno studio italiano pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry ha rivelato che i meccanismi molecolari della schizofrenia sono diversi tra uomini e donne. Questa scoperta potrebbe finalmente spiegare perché i sintomi della malattia variano così tanto tra i due sessi. La ricerca, condotta in collaborazione tra le Università di Catania, ‘Aldo Moro’ di Bari e di Padova, ha aperto la strada a terapie personalizzate che potrebbero aiutare a contrastare i sintomi della schizofrenia, i quali spesso persistono anche durante la remissione e rispondono poco ai trattamenti farmacologici attualmente disponibili.

Il team di ricercatori ha identificato due geni, DTNBP1 e COMT, che sono coinvolti nel controllo delle funzioni cognitive e nei processi fisiopatologici della schizofrenia. Ciò che è interessante è che l’interazione tra questi due geni cambia a seconda del sesso. Questa scoperta è stata possibile grazie a un modello animale geneticamente modificato che ha riprodotto le condizioni genetiche simili a quelle dei pazienti affetti da schizofrenia. Attraverso questo modello, i ricercatori sono riusciti a ricostruire e descrivere i meccanismi molecolari e funzionali attraverso cui i geni DTNBP1 e COMT interagiscono tra loro, influenzando le funzioni cognitive sia negli uomini che nelle donne.

Gian Marco Leggio, professore associato di Farmacologia all’Università di Catania e coordinatore dello studio, sottolinea l’importanza di comprendere come le differenze di genere possano influire sull’interazione tra la componente genetica e i sintomi cognitivi della schizofrenia. Questo primo passo permette di sviluppare terapie mirate e differenziate per uomini e donne, migliorando così l’efficacia dei trattamenti.

Fabio Sambataro dell’Università di Padova sottolinea l’approccio traslazionale utilizzato nello studio, che ha permesso di comprendere meccanismi molecolari complessi difficili da rilevare con un approccio puramente clinico. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale negli esseri umani, i ricercatori hanno scoperto che la corteccia prefrontale dorsolaterale, responsabile delle funzioni cognitive alterate nella schizofrenia, viene modulata in modo diverso dai geni DTNBP1 e COMT nei maschi e nelle femmine.

Queste nuove scoperte aprono nuove prospettive per la ricerca sulla schizofrenia e potrebbero portare a un cambiamento significativo nella diagnosi e nel trattamento della malattia. La personalizzazione delle terapie potrebbe migliorare notevolmente la qualità della vita dei pazienti, aiutandoli a gestire i sintomi in modo più efficace. Ulteriori studi sono necessari per approfondire la comprensione dei meccanismi molecolari della schizofrenia e identificare nuove strategie terapeutiche. Tuttavia, questa scoperta rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro questa complessa malattia mentale.

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