Gli scoiattoli medievale portatori del batterio della lebbra

Nuove ricerche dimostrano che già al tempo di Robin Hood il batterio della lebbra circolava tra gli scoiattoli inglesi, suggerendo la possibilità di una trasmissione della malattia tra animali e persone. Questa scoperta, basata sullo studio degli antichi genomi del batterio, potrebbe aiutare a comprendere perché la lebbra continua a persistere nonostante gli sforzi per debellarla.

Lo studio è stato condotto dalle università di Basilea e Zurigo e i suoi risultati sono stati pubblicati su Current Biology. Gli scienziati hanno analizzato i genomi del batterio estratti dai corpi sepolti in un lebbrosario medievale della città di Winchester e dai resti di roditori ritrovati nella bottega di un conciatore di pelli.

Secondo Sarah Inskip dell’Università di Leicester, che ha collaborato allo studio, questo nuovo approccio è ispirato al principio della salute unica (‘One Health’), che considera esseri umani, animali ed ecosistema come un’unica entità. La recente pandemia da Covid-19 ha portato l’attenzione sugli animali ospiti e la loro importanza nello studio delle malattie.

La lebbra è una malattia causata dal batterio Mycobacterium leprae e colpisce ancora oggi circa 200.000 persone ogni anno, soprattutto nei paesi del Sud del mondo. La malattia provoca macchie, lesioni cutanee, deformità e ulcere, con conseguenze anche gravi.

Verena Schuenemann, paleogenetista dell’Università di Basilea e coordinatrice dello studio, afferma che attraverso l’analisi genetica è stato possibile identificare gli scoiattoli rossi come il primo animale antico ospite della lebbra. Questa scoperta rivoluzionaria dimostra che la storia della lebbra è molto più complessa di quanto si pensasse in precedenza.

Fino ad ora, non si era considerato il ruolo degli animali nella trasmissione e diffusione della malattia in passato, pertanto la comprensione della storia della lebbra era incompleta. Questa scoperta è importante anche oggi, poiché gli animali ospiti non vengono ancora presi in considerazione nella lotta contro la lebbra, nonostante possano essere significativi per comprendere la persistenza della malattia nonostante i tentativi di eradicazione.

Questo nuovo approccio basato sul principio della salute unica potrebbe aprire nuove strade nella ricerca sulla lebbra e portare a una migliore comprensione della malattia. Gli scienziati sperano che questo studio contribuisca a sviluppare nuovi metodi per combattere la lebbra e ridurre il suo impatto sulla salute umana.

In conclusione, gli scoiattoli medievale potrebbero aver giocato un ruolo importante nella diffusione della lebbra tra gli umani. Questa scoperta dimostra l’importanza di considerare gli animali come parte integrante dell’ecosistema e come possibili ospiti di malattie che colpiscono anche gli esseri umani. Speriamo che ulteriori ricerche sulla lebbra e sul ruolo degli animali nella sua trasmissione portino a nuove soluzioni per combattere questa malattia e ridurne l’impatto sulla salute globale.

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