Ilaria Salis: una storia di 15 mesi in cella, tra il peso di un guinzaglio e la forza di un memoriale

È una storia che ha fatto scalpore, che ha attirato l’attenzione di molte persone e che ha sollevato importanti questioni sui diritti umani. Stiamo parlando della vicenda di Ilaria Salis, una donna italiana di 39 anni che da 15 mesi si trova in carcere in Ungheria.

Tutto è cominciato l’11 febbraio 2023, quando Ilaria è stata arrestata a Budapest. Era a bordo di un taxi insieme a due attivisti tedeschi e l’accusa era quella di lesioni aggravate nei confronti di alcuni manifestanti di estrema destra. Secondo un filmato, Ilaria faceva parte di un gruppo di persone mascherate che avevano colpito violentemente due attivisti di estrema destra con dei manganelli. Inoltre, le è stata contestata l’aggravante di aver agito come parte di un’associazione a delinquere tedesca chiamata Hammerband.

Da quel momento sono trascorsi 15 lunghi mesi in carcere per Ilaria Salis. Nel novembre 2023 è stata rinviata a giudizio e la Procura ha chiesto per lei una pena di 11 anni di reclusione. Ma i veri momenti di svolta sono arrivati nel gennaio 2024.

Proprio all’inizio dell’anno, i legali di Ilaria hanno consegnato al consolato italiano un memoriale di 18 pagine. In questo documento, la donna ha descritto le dure condizioni della sua detenzione, tra cui la presenza di cimici e la mancanza di aria. È stato un tentativo disperato di far conoscere al mondo la sua situazione e di ottenere giustizia.

Poco dopo la consegna del memoriale, è iniziato il processo. Ilaria Salis è stata portata in aula con le catene ai piedi e ai polsi e addirittura con un guinzaglio. Una scena che ha suscitato indignazione e ha sollevato molte polemiche. Nonostante tutto, la donna si è dichiarata innocente delle accuse a lei mosse. L’altro imputato tedesco, invece, si è dichiarato colpevole ed è stato condannato a 3 anni di reclusione.

Il giorno successivo, la premier italiana Giorgia Meloni ha sollevato il caso con il collega ungherese Viktor Orban, chiedendo il rispetto dei diritti di Ilaria Salis e un giusto processo. È stata un’importante presa di posizione che ha dimostrato l’attenzione del governo italiano per questa vicenda.

Ma le speranze di ottenere i domiciliari sono state nuovamente deluse nel marzo 2024. La richiesta è stata respinta anche questa volta in Ungheria, dopo che in passato erano state respinte quelle per scontarli in Italia. In una nuova udienza, Ilaria è stata nuovamente portata in aula al guinzaglio, una scena che ha suscitato indignazione e ha messo ancora una volta in luce le criticità del sistema giudiziario ungherese.

La vicenda di Ilaria Salis continua a far discutere e a sollevare importanti domande sulla giustizia e i diritti umani. Molti si chiedono se sia stato rispettato il principio di presunzione di innocenza e se Ilaria abbia avuto un processo equo. Ma una cosa è certa: la sua storia ha messo in luce la forza di una donna che ha lottato per far sentire la propria voce e per ottenere giustizia. Un simbolo di coraggio e determinazione che non può passare inosservato.

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