Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, ha espresso le sue opinioni sul caso dossieraggio durante un’audizione davanti alla commissione antimafia. Melillo ha affermato che la richiesta di essere auditi nasce da un sincero spirito di collaborazione istituzionale e dall’esigenza di garantire un’informazione completa ed obiettiva che eviti letture strumentali e insinuazioni.
L’inchiesta riguarda i Pm di Perugia, i quali stanno indagando su un presunto dossieraggio ai danni di politici, vip e imprenditori. Attualmente, sono sotto inchiesta 15 persone, tra cui un finanziere della Dna che avrebbe effettuato accessi non investigativi alle banche dati e tre giornalisti del quotidiano Domani.
Durante l’audizione, il procuratore ha anche sottolineato le punte di polemica che sembrano mirate a delegittimare l’immagine dell’ufficio e a incrinare l’idea di istituzioni neutrali come la procura nazionale antimafia e la Banca d’Italia. Nonostante ciò, Melillo ha ribadito la gravità delle cose individuate nell’inchiesta condotta dal collega Cantone, ma ha anche sottolineato la complessità dell’uso delle banche dati e l’importanza di raccogliere informazioni delicate per prevenire e reprimere i reati.
Secondo il procuratore, le segnalazioni di operazioni sospette sono strumenti essenziali nella lotta alla mafia e al finanziamento del terrorismo. Tuttavia, è necessario adottare massimo rigore nelle procedure di accesso e controllo ai dati, nel rispetto delle regole delle istituzioni coinvolte. Melillo ha sottolineato che sin dal suo incarico ha sempre avuto consapevolezza della delicatezza di strumenti come le segnalazioni di operazioni sospette e ha sempre rispettato le regole nella loro utilizzazione.
In conclusione, l’audizione del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, ha permesso di analizzare le sue opinioni sul caso dossieraggio e di comprendere l’importanza di garantire un’informazione completa ed obiettiva per evitare distorsioni interpretative. Melillo ha sottolineato la necessità di adottare massimo rigore nelle procedure di accesso e controllo alle banche dati, considerando la complessità dell’uso di strumenti delicati come le segnalazioni di operazioni sospette nella lotta alla mafia e al finanziamento del terrorismo.