La programmazione è diventata una questione fondamentale per garantire il futuro della sanità in Italia. Secondo uno studio condotto dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), entro il 2030 ci saranno solo 78.252 medici disponibili su un totale di 227.921 attualmente in servizio.

Il problema principale riguarda la pensione dei medici, infatti, entro il 2030 si prevede che circa 78.252 professionisti lasceranno il Servizio sanitario nazionale per andare in pensione. Questa situazione raggiungerà il suo picco già nel corso di quest’anno per i medici di Medicina Generale, nel 2025 per gli ospedalieri e gli specialisti ambulatoriali. Dopo questi anni, la curva dei pensionamenti inizierà a diminuire.

Attualmente, il sistema sanitario italiano è già alle prese con una carenza di specialisti e medici di medicina generale. Inoltre, circa 40.000 medici italiani si trovano all’estero, la maggior parte dei quali ha ottenuto la specializzazione in Italia. Tuttavia, nel futuro si prevede che ci saranno più specialisti di quanti ne andranno in pensione, con oltre 19.000 medici pronti a specializzarsi e meno della metà che lasceranno il lavoro entro il 2034.

Tuttavia, questa previsione porta con sé un rischio significativo: entro 10 anni potrebbero esserci ben 32.000 medici in più rispetto al fabbisogno del Servizio sanitario nazionale, creando una “pletora medica” che potrebbe sfuggire al controllo delle autorità sanitarie.

La Fnomceo ha lanciato un allarme in merito a questa situazione, chiedendo al governo di adottare una programmazione seria per il settore sanitario. Secondo l’organizzazione, è fondamentale che lo Stato si preoccupi di quanti medici, quali cardiologi, ortopedici, chirurghi e anestesisti avrà bisogno nei prossimi 10 anni.

Il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, ha sottolineato che non basta mettere milioni di persone in lista d’attesa, ma bisogna intervenire sul problema alla radice. Secondo Anelli, la soluzione risiede nella revisione degli standard, tra cui la determinazione del numero di specialisti necessari per ogni posto letto. Solo in questo modo sarà possibile effettuare una programmazione adeguata del numero di specialisti necessari e garantire una formazione di qualità.

La situazione attuale richiede una seria riflessione da parte delle autorità sanitarie italiane. È fondamentale agire tempestivamente per evitare problemi futuri nel settore sanitario. Una programmazione efficace e una formazione adeguata dei medici sono i primi passi necessari per garantire un futuro sostenibile per la sanità italiana.

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