Il caso di Ciro Grillo e lo stupro di gruppo che coinvolge lui e tre suoi amici genovesi ha continuato a tenere banco nel processo in corso a Tempio Pausania, in Sardegna. Durante l’ultima udienza, è stato il padre della vittima a prendere la parola, testimoniando il drammatico cambiamento che ha subito l’amica di sua figlia dopo quella tragica vacanza in Costa Smeralda nel luglio 2019.

Secondo il padre di ‘Roberta’ (nome di fantasia), sua figlia non era più la stessa dopo quel viaggio. Si era isolata e aveva sviluppato un forte senso di ansia, tanto da non riuscire a sostenere una sessione d’esame all’università. Questa testimonianza conferma quanto quella vacanza abbia segnato profondamente la vita delle due ragazze coinvolte nel caso.

L’amicizia tra le due ragazze è infatti terminata poco prima che il pm di Tempio Pausania iniziasse le indagini, dopo che ‘Silvia’ (nome di fantasia), la vittima, aveva presentato denuncia al suo ritorno a Milano. Solo un anno dopo ‘Roberta’ ha scoperto che tre dei quattro ragazzi avevano girato delle immagini oscene di lei mentre dormiva durante quella notte di luglio. Tuttavia, gli episodi d’ansia riferiti dal padre sono precedenti alla scoperta di queste immagini, trovate successivamente durante le indagini.

Durante l’udienza, è stata ascoltata anche la sorella minore di ‘Silvia’, che ha confermato il forte malessere manifestato dalla ragazza dopo la vacanza in Sardegna. Tuttavia, la sua testimonianza non ha chiarito quando esattamente la giovane abbia appreso della presunta violenza subita dalla sorella, creando delle contraddizioni che gli avvocati degli imputati stanno cercando di sfruttare.

Successivamente, ha testimoniato lo psichiatra e psicologo che ha in cura ‘Silvia’ dal 2020, Pablo Zuglian. Lo psichiatra ha riferito sulle condizioni psicologiche della sua paziente, affermando che ha sviluppato delle valutazioni basate su elementi soggettivi forniti dalla ragazza stessa. Non sono stati effettuati esami strumentali o accertamenti clinici, ma Zuglian ha dichiarato che la ragazza sta meglio di prima.

Nell’udienza di domani, è prevista la testimonianza di Mia, un’amica norvegese di ‘Silvia’, che ha raccolto le confidenze della ragazza subito dopo la presunta violenza. La sua deposizione è considerata di particolare interesse dagli avvocati degli imputati, che sostengono la tesi dei rapporti consensuali.

Inoltre, durante la giornata dell’udienza, è prevista una manifestazione femminista promossa da diverse associazioni in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna. Il raduno avrà luogo in piazza Gallura e i partecipanti sfileranno per le vie di Tempio fino al Parco delle Rimembranze e piazza Manurita, quasi di fronte al tribunale dove si svolge l’udienza.

La manifestazione si concentrerà sulla vittimizzazione secondaria, uno dei temi proposti dagli organizzatori, per esprimere solidarietà a ‘Silvia’ e a tutte le donne che hanno subito violenze e hanno dovuto affrontare interrogatori dettagliati e invasivi. Durante il processo, ‘Silvia’ ha risposto a oltre duemila quesiti, alcuni dei quali molto intimi, ripercorrendo nei minimi dettagli la notte delle presunte violenze.

L’avvocata Antonella Cuccureddu, difensore di uno degli imputati, ha precisato che gli interrogatori sono regolati dal presidente del tribunale, che decide quali domande sono pertinenti e quali no. Tuttavia, il collegio difensivo si era reso disponibile a produrre in aula le dichiarazioni, evitando di porre ulteriori domande alle due ragazze coinvolte nel caso.

Il processo continua a tenere banco e la testimonianza di Mia potrebbe essere cruciale per comprendere meglio la dinamica degli eventi. Nel frattempo, le associazioni femministe continuano a manifestare in sostegno alle vittime di violenza e per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di combattere questo fenomeno diffuso.

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