La capacità delle cellule tumorali di trasformarsi in cellule benigne: una scoperta sorprendente che potrebbe cambiare il modo in cui trattiamo i tumori. Questa innovativa ricerca è stata condotta da Andrea Pensotti, ricercatore presso il System Biology Group Laboratory del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università La Sapienza e presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Pensotti ha recentemente pubblicato un lavoro di revisione sistematica su “Oncology Reports”, in cui ha analizzato più di ottant’anni di studi sulla “reversione tumorale”. Questo termine indica la capacità delle cellule tumorali di ritornare a uno stato benigno, grazie all’esposizione a sostanze presenti nell’ambiente embrionale che guidano la differenziazione cellulare e la formazione degli organi.

Il meccanismo alla base di questa reversione coinvolge una modifica nell’espressione dei geni delle cellule tumorali, che le rende meno aggressive e riduce la loro capacità di diffondere metastasi. Secondo Pensotti, ci sono numerosi meccanismi biologici interconnessi che partono dall’ambiente embrionale e portano alla reversione tumorale. Alcuni di questi meccanismi agiscono su specifiche proteine che favoriscono l’aggressività tumorale, riducendone la presenza. Altri toccano il citoscheletro delle cellule. La comprensione completa di questi meccanismi è ancora in corso, ma i risultati finora ottenuti sono molto promettenti.

Questa scoperta ha portato Pensotti e il suo team a presentare una richiesta di brevetto per l’utilizzo delle sostanze presenti nell’ambiente embrionale nel trattamento dei tumori. Tuttavia, questa non sarà una sfida solo scientifica ma anche normativa, poiché i sistemi regolatori sono attualmente tarati per cure basate su specifiche sostanze anziché su approcci sistemici. Ciò potrebbe rendere difficile ottenere le autorizzazioni necessarie per la sperimentazione umana.

Nonostante le difficoltà, l’obiettivo di Pensotti e del suo team è allargare l’orizzonte delle autorità di regolamentazione per comprendere l’efficacia dei trattamenti multifattoriali. Questo significa considerare non solo i singoli agenti chimici, ma anche le interazioni complesse tra le cellule tumorali e l’ambiente embrionale.

È importante sottolineare che, al momento, non esistono soluzioni farmacologiche basate sull’approccio della reversione tumorale che siano state testate. Pertanto, è necessario procedere con cautela e non creare false speranze. Tuttavia, la linea di ricerca sulla reversione tumorale ha radici storiche e ha già dato risultati promettenti nel passato.

Come conclude Pensotti, ora è il momento di riprendere questa eredità e portarla avanti. La scoperta della capacità delle cellule tumorali di trasformarsi in cellule benigne potrebbe aprire nuove strade nel campo della terapia contro il cancro. Nonostante le sfide e le incertezze, la speranza è che questa ricerca possa portare a progressi significativi nella lotta contro il cancro e offrire nuove opzioni di trattamento per i pazienti affetti da questa malattia debilitante.

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