L’accordo tra i medici di famiglia e il governo potrebbe portare al rischio di burnout, secondo una petizione inviata al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Ministro della Salute, Orazio Schillaci. La petizione, firmata da quasi 2200 membri della Libera Associazione di Medicina Generale e dell’Associazione MMG – Sardegna, esprime la loro opposizione alla bozza dell’Accordo Collettivo Nazionale in via di approvazione e chiede soluzioni alternative per evitare una possibile catastrofe nella medicina generale.
Secondo la petizione, l’accordo sottoscritto solo dalle principali sigle sindacali ha contribuito al “progressivo imbruttimento” della professione medica di famiglia. I medici lamentano di dover affrontare sempre più compiti burocratici e amministrativi a scapito della cura dei pazienti e del rapporto con loro.
Un punto di particolare preoccupazione riguarda l’aggiunta di un’ulteriore quota oraria da svolgere nella Casa della Comunità a carico dei non massimalisti. I medici sostengono che questa nuova responsabilità verrà caricata sui nuovi medici a partire dal 2025, rendendo ancora meno attraente la professione medica generale.
La petizione avverte che se non verranno apportate modifiche immediate, il rischio di burnout si estenderà a tutta la categoria dei medici di famiglia. Si chiede quindi al governo di rivedere l’accordo per evitare la fine della medicina generale, che già si trova in crisi da un decennio e ha subito una perdita del 25% dei professionisti in servizio attivo. Questa situazione inevitabilmente avrà un impatto sulla qualità dell’assistenza ai pazienti.
La petizione è stata inviata anche ai senatori e ai deputati componenti delle commissioni Sanità, nella speranza che le loro voci siano ascoltate e che vengano prese in considerazione soluzioni alternative per garantire una medicina generale sostenibile e di qualità.
La situazione della medicina generale rappresenta una sfida per il sistema sanitario italiano, che deve trovare un equilibrio tra le esigenze burocratiche e amministrative e la cura dei pazienti. È importante che il governo prenda in considerazione le preoccupazioni sollevate dai medici di famiglia e lavori per trovare soluzioni che soddisfino entrambe le parti. Solo così si potrà garantire un sistema sanitario efficiente e di qualità per tutti i cittadini italiani.