Vigevano, la città simbolo delle scarpe in Lombardia, si prepara a dire addio alla produzione delle iconiche calzature Moreschi. Questa storica azienda, specializzata in scarpe di lusso, ha deciso di spostare la produzione, anche se al momento non si sa ancora dove. Questa notizia ha fatto scattare la procedura di licenziamento per 59 lavoratori, quasi tutti operai, a partire dal prossimo maggio. Si teme quindi una delocalizzazione dell’azienda.

Fondata nel lontano 1946, l’azienda Moreschi ha conosciuto tempi d’oro in cui dava lavoro a oltre 300 persone. Tuttavia, negli ultimi anni, a causa della crisi economica, l’azienda ha dovuto ricorrere alla cassa integrazione e ha continuato a ridurre il personale. La famiglia Moreschi aveva già ceduto la maggioranza delle quote a un istituto finanziario svizzero, la Harleys SA, che ha deciso di mantenere a Vigevano il polo progettuale, ma di distribuire la produzione del manifatturiero in altre regioni.

Secondo i sindacati, la Harleys SA ha asserito che la prevista svolta green sarebbe stata impossibile presso gli stabilimenti nel Pavese, motivo per cui hanno deciso di spostare la produzione. Nonostante le rassicurazioni che tutta la filiera sarebbe rimasta a Vigevano, il numero dei dipendenti è drasticamente diminuito: dai 300 degli anni d’oro ne rimarranno solo 21.

Questa è solo l’ennesima chiusura nel settore tessile italiano. Le aziende chiudono o vengono acquisite da gruppi stranieri, spesso francesi. L’Italia sembra mancare di un piano industriale e di risorse finanziarie per difendere il suo capitale umano e le sue capacità tecniche che il mondo intero ci invidia. Nonostante tutto, l’Italia rimane una meta ambita per lo shopping.

La segretaria nazionale Cub-Tessili, Hazal Koyunquer, commenta questa situazione dicendo che Vigevano e Parabiago, un’altra importante città della calzatura, sono due capitali storiche che vanno difese. Mentre Governo e Regione sembrano guardarsi intorno senza prendere provvedimenti, il settore tessile italiano continua a soffrire.

È un momento difficile per l’industria delle calzature in Italia, ma è importante non dimenticare l’importanza di queste città storiche per il settore. Speriamo che si possano trovare soluzioni per preservare il patrimonio di conoscenze e competenze che queste aziende rappresentano.

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