Le Borse europee sembrano non essere troppo preoccupate per l’aumento dell’inflazione negli Stati Uniti. Nonostante il dato sull’inflazione a febbraio sia salito al 3,2% rispetto al 3,1% di gennaio, superando le aspettative degli economisti che si attendevano una stabilità, i listini delle principali piazze finanziarie europee continuano ad aumentare. Milano registra un aumento dello 0,7%, Londra dell’1,2% e Parigi dello 0,2%. Anche a New York i future indicano un andamento ampiamente positivo.
Non solo le Borse, ma anche i titoli di Stato stanno registrando rialzi. Il rendimento dei decennali italiani è sceso di sei punti base, attestandosi al 3,56%, mentre lo spread con il Bund è sceso a 128 punti base. Questi dati indicano un aumento della fiducia degli investitori nel mercato italiano.
Nonostante l’inflazione negli Stati Uniti sia un indicatore importante per l’economia globale, sembra che gli investitori europei non siano particolarmente preoccupati. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che l’inflazione core, che esclude i prezzi dei beni volatili come il cibo e l’energia, si è ridotta meno del previsto, attestandosi al 3,8%. Questo potrebbe indicare che l’aumento dei prezzi è principalmente guidato da fattori temporanei e non rappresenta una minaccia a lungo termine per l’economia.
Inoltre, l’aumento dei listini delle Borse europee potrebbe essere influenzato da altri fattori, come la ripresa economica post-pandemia e le politiche di stimolo fiscale adottate dai governi. Questi fattori potrebbero compensare l’effetto dell’aumento dell’inflazione sugli investimenti.
In conclusione, nonostante l’aumento dell’inflazione negli Stati Uniti, le Borse europee continuano ad essere in territorio positivo. Gli investitori sembrano essere fiduciosi nella ripresa economica e non vedono l’inflazione come una minaccia imminente. Tuttavia, è importante monitorare attentamente l’andamento dei prezzi e le politiche economiche per comprendere appieno le implicazioni a lungo termine di questo fenomeno.