Titolo: Gli 8×1000 destinati alla cooperativa: la diocesi difende l’integrità dei fondi
Sottotitolo: La cooperativa Spes, sostenuta dalla Chiesa, accusata di appropriazione indebita dei fondi destinati all’8×1000, si difende dalle accuse.
La recente indagine della procura di Sassari ha sollevato dubbi sull’utilizzo dei fondi dell’8×1000 destinati alla diocesi di Ozieri. Secondo l’accusa, circa 2 milioni di euro in 10 anni sarebbero finiti nei conti correnti della cooperativa sociale Spes, di cui è responsabile il fratello del cardinale Angelo Becciu. Tuttavia, l’avvocato difensore degli indagati, Ivano Iai, afferma che nessuna distrazione di denaro è mai avvenuta per scopi privati.
La Spes è una cooperativa onlus utilizzata dalla Caritas e dalla Diocesi di Ozieri per perseguire scopi di solidarietà e carità. Secondo Iai, i finanziamenti erogati alla cooperativa non hanno mai evidenziato anomalie di gestione e sono stati confermati anno dopo anno dai soggetti latori dei finanziamenti. L’avvocato si dice certo che la difesa potrà dimostrare l’uso corretto delle risorse, grazie alla documentazione esistente che dimostra l’impiego trasparente dei fondi per interventi solidali e di carità.
Nell’inchiesta sono coinvolti nove indagati, tra cui Antonino Becciu, fratello del cardinale Angelo, il vescovo di Ozieri, Corrado Melis, e altre sette persone. I rappresentanti legali degli indagati chiedono un sollecito accertamento giudiziale dei fatti, poiché ritengono infondate le accuse mosse dalla procura di Sassari.
L’avvocato Iai esprime stupore per la tempistica della divulgazione della notizia, coincidente con altre notizie riguardanti il cardinale Angelo Becciu e l’iniziativa programmati per il 14 marzo prossimo, che vedrà importanti giornalisti, intellettuali e giuristi commentare il processo a carico dell’alto prelato sardo, condannato dal Tribunale vaticano a cinque anni e sei mesi di reclusione. Secondo Iai, ciò potrebbe far pensare a una campagna mediatica volta a influenzare l’opinione pubblica.
L’avvocato contesta anche l’intersecarsi delle procedure vaticana e italiana per la rogatoria, affermando che ciò ha determinato una violazione dei diritti degli indagati nel procedimento italiano. Gli atti acquisiti dall’autorità vaticana, inclusa la sentenza di condanna di Angelo Becciu, secondo Iai, sono inutilizzabili nell’ordinamento italiano, poiché violano i principi costituzionali e quelli della Convenzione europea dei diritti umani fondamentali del 1950.
Nonostante le accuse e le indagini in corso, la cooperativa Spes continua a operare a sostegno dei più bisognosi nella diocesi di Ozieri. Resta da vedere come si svilupperanno gli accertamenti giudiziali e se la difesa riuscirà a dimostrare l’uso corretto delle risorse destinate alla cooperativa.