Le nuove tecniche chirurgiche stanno rivoluzionando il trattamento del tumore al colon, riducendo del 50% le complicanze gravi degli interventi. Questo importante risultato è stato ottenuto grazie alla chirurgia mininvasiva basata sulla fluorescenza, che consente di valutare la vitalità delle porzioni intestinali da ricongiungere dopo la rimozione del tumore.
La valutazione della fluorescenza permette di verificare se le due parti dell’intestino sono sufficientemente vascolarizzate da poter essere unite, evitando così la necessità di un reintervento per l’applicazione di un sacchetto per la raccolta delle feci. Un’altra metodologia utilizzata è la valutazione della proteina C reattiva nel sangue del paziente, che può indicare la presenza di fistole se i valori sono al di sopra di specifici livelli. Inoltre, alcune manovre chirurgiche possono contribuire a ridurre il rischio di complicanze.
L’importanza di queste nuove tecniche è stata evidenziata durante il convegno nazionale “One day in Cremona with Marco Catarci”, promosso da RicerChiAmo Onlus e Medtronic, che si è tenuto il 19 marzo presso l’Ospedale di Cremona. Il convegno ha coinvolto 78 centri in tutta Italia appartenenti al gruppo iCRAL (italian ColoRectal Anastomotic Leakage study group), che si occupa dello studio sulle fistole anastomotiche in chirurgia colorettale. Durante l’evento, è stata presentata la lettura del fondatore di iCRAL, Marco Catarci, direttore della Chirurgia Generale presso l’Ospedale Sandro Pertini di Roma.
Il tumore del colon-retto rappresenta un importante problema di salute pubblica in Italia, con 50.500 nuove diagnosi stimare nel 2023. Le complicanze post-operatorie gravi si verificano nel 10% dei casi e possono avere un impatto devastante sulla vita dei pazienti, oltre a comportare costi significativi per il sistema sanitario. L’applicazione del sacchetto per le feci è una delle complicanze più temute, ma grazie alle nuove tecniche chirurgiche è possibile ridurne l’incidenza.
La valutazione della perfusione dei monconi anastomotici con la tecnica della fluorescenza è uno degli approcci più importanti e diffusamente utilizzati nei centri iCRAL. Questa metodologia prevede l’utilizzo di una sostanza fluorescente e di un microscopio speciale per valutare la vascolarizzazione dei margini intestinali da suturare. Il tracciante fluorescente viene iniettato nel paziente durante l’intervento e mostra in tempo reale il livello di vascolarizzazione del tessuto intestinale. Questa valutazione permette di individuare i segmenti in cui la perfusione di sangue è migliore, riducendo così il rischio di complicanze e migliorando la qualità di vita dei pazienti.
In Italia, l’Università degli Studi di Brescia e l’ASST di Cremona sono stati i centri pilota nell’utilizzo della tecnica della fluorescenza, tanto da istituire nel 2021 la Scuola Permanente di Chirurgia Guidata dalla Fluorescenza. Questo dimostra l’importanza e l’efficacia di queste nuove metodologie nel campo della chirurgia del tumore del colon-retto.
Il gruppo iCRAL ha analizzato dati di oltre 10.000 interventi da 78 centri in Italia nel corso degli ultimi 5 anni. Oltre alla fluorescenza, un altro strumento che potrebbe cambiare la pratica clinica nella diagnosi precoce delle fistole è la valutazione della proteina C reattiva attraverso un esame del sangue. Se i valori rimangono al di sotto di una determinata soglia, la fistola non si svilupperà e il paziente può essere dimesso. Altrimenti, saranno necessari protocolli di sorveglianza per individuare la fistola in fase iniziale. Inoltre, sono in corso studi per valutare se l’anemia possa facilitare lo sviluppo di fistole.
Grazie a queste nuove tecniche chirurgiche, si apre la possibilità di ridurre significativamente le complicanze gravi nei pazienti affetti da tumore del colon-retto. Ciò si traduce in una migliore qualità di vita, una minore durata dell’ospedalizzazione e un più rapido recupero post-operatorio. Questi importanti risultati rappresentano un passo avanti nella lotta contro questa malattia e offrono nuove speranze per i pazienti affetti da tumore del colon-retto.