Popsophia: Un festival che svela la trama oscura dello spettacolo del male

Dal 21 al 24 marzo l’Auditorium della Mole Vanvitelliana di Ancona ospiterà la prima edizione nazionale del festival Popsophia, una manifestazione unica nel suo genere interamente dedicata ad esplorare il tema della spettacolarità del male. L’idea portante di questo evento è quella di coniugare la pop culture e la filosofia, creando uno spazio in cui il pensiero critico può riflettere sul presente.

Nato nel 2011, Popsophia ha già avuto tredici edizioni in varie città delle Marche, ma quest’anno approda ad Ancona con l’obiettivo di stabilizzarsi sul piano nazionale. L’ideatrice e curatrice del festival, Lucrezia Ercoli, ha lavorato a lungo per portare questa sfida culturale nella città e nella regione, condividendo l’intento con il Comune di Ancona e la Regione Marche. L’obiettivo è creare un laboratorio permanente sui temi affrontati durante il festival.

Il programma del festival prevede una serie di incontri con giornalisti, scrittori, docenti e filosofi che si inseriscono nelle tre rassegne Philofiction, Cinesophia e Mediascape. Durante questi incontri si esploreranno l’immaginario cinematografico, la serialità televisiva e l’universo digitale. Ma la vera particolarità di Popsophia sono i format di spettacolo filosofico chiamati Philoshow, che si terranno ogni sera. Queste rappresentazioni combineranno musica dal vivo, montaggi audiovisivi e parole degli ospiti, creando un’esperienza unica per il pubblico. Tra gli argomenti trattati ci saranno il nichilismo e le canzonette, l’immaginario distopico e il legame tra rock e male.

Ma il festival non si limita solo agli incontri e agli spettacoli. Saranno organizzati anche laboratori filosofici per adulti e bambini, in cui il filosofo agirà come mediatore, lasciando alla platea il ruolo di protagonista. Inoltre, è prevista una Mostra d’arte intitolata Pentagon, che esplorerà i rapporti tra geometria e filosofia attraverso una galleria virtuale e modulare chiamata MeGa.

Uno dei temi centrali di Popsophia è lo spettatore medio e il suo voyeurismo. Il festival si propone di psicanalizzare questa tendenza, portando il pubblico a prendere consapevolezza del suo ruolo di spettatore del male. Oggi siamo costantemente bombardati da immagini di violenza e catastrofi attraverso la letteratura, il cinema, la televisione e la musica. Questi immaginari possono aiutarci ad acquisire consapevolezza di come guardiamo passivamente il dolore degli altri. È un passaggio necessario per non chiudere gli occhi sulla realtà.

La filosofia, secondo Lucrezia Ercoli, dovrebbe essere uno strumento per affrontare il presente. Dovrebbe aiutarci a comprendere meccanismi che altrimenti ci resterebbero estranei. Spesso però viene vista come qualcosa di scollegato dal quotidiano, un linguaggio tecnico che allontana la sua capacità di comunicare senza distinzioni. Il festival cerca di mostrare come la filosofia sia ancora in grado di leggere la realtà al di là dei manuali.

Il titolo del saggio di Lucrezia Ercoli, “Lo spettacolo del male”, riflette la tesi centrale del festival: il male è insito in ognuno di noi. Il festival nasce dal desiderio di guardare in faccia questa crudele realtà, accettando il nostro lato oscuro anziché cercare sempre un capro espiatorio. La nuova tecnologia, come gli smartphone, ci offre la possibilità di immergerci senza soluzione di continuità in uno spettacolo di dolore che ci commuove o indigna. Ma spesso queste reazioni alimentano lo spettacolo stesso, giustificando il voyeurismo e il perverso godimento che ne deriva. Dobbiamo prendere coscienza del ruolo del nostro sguardo e delle responsabilità che ne derivano.

Secondo Lucrezia Ercoli, l’arte e la filosofia devono ferire. Non possono lasciarci intatti ma devono alimentare la nostra consapevolezza e scuoterci, anche con un po’ di necessaria violenza. Popsophia è un festival che ci invita a guardare in faccia il male e a riflettere sulla nostra responsabilità di spettatori. È un’opportunità per aprire gli occhi su ciò che siamo e sul ruolo che possiamo avere nel mondo.

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