L’articolo che ti presento oggi riguarda un tema molto importante e attuale: l’utilizzo del congedo di paternità in Italia. Secondo una ricerca diffusa da Save the Children, i dati dell’INPS mostrano un aumento significativo nell’utilizzo di questo diritto tra il 2013 e il 2022.
La legge sui congedi parentali ha consentito ai padri italiani di rimanere a casa e prendersi cura dei figli appena nati, contribuendo così a promuovere una maggiore condivisione delle responsabilità genitoriali tra madri e padri. Questo è un passo importante per garantire una maternità che non sia un ostacolo all’accesso delle donne nel mondo del lavoro.
Secondo i dati, il tasso di utilizzo del congedo di paternità è più alto nelle province del Nord e più basso in quelle del Mezzogiorno. Inoltre, l’identikit del padre che usufruisce del congedo mostra che ha più di 30 anni, vive al Nord, lavora in imprese di medie-grandi dimensioni con un contratto stabile e ha un reddito medio-alto.
Nonostante l’aumento nell’utilizzo del congedo di paternità, persiste ancora uno squilibrio di genere nella cura dei figli. Tuttavia, i dati mostrano che la percentuale di padri che usufruisce del congedo si è più che triplicata nel corso degli anni. Nel 2013, meno di un padre su cinque ne ha usufruito, mentre nel 2022 sono stati più di tre padri su cinque a beneficiarne.
È importante sottolineare che l’introduzione del congedo di paternità nel 2012 prevedeva solo un giorno obbligatorio e due facoltativi, mentre oggi garantisce 10 giorni obbligatori e uno facoltativo ai neo-papà, fruibili tra i due mesi precedenti e i 5 successivi al parto. Nonostante ciò, esistono ancora differenze nell’utilizzo del congedo, che dipendono dall’età, dalla tipologia contrattuale, dalla dimensione aziendale, dal reddito e dall’area di residenza.
Ad esempio, gli uomini tra i 30 e i 39 anni e tra i 40 e i 49 anni sono quelli che utilizzano maggiormente il congedo di paternità. Inoltre, è più probabile che un padre usufruisca del congedo se lavora in aziende medio-grandi. Tuttavia, negli ultimi anni si è registrato un aumento significativo nell’utilizzo del congedo anche nelle aziende più piccole.
Nonostante l’incremento nell’utilizzo del congedo di paternità in tutta Italia, ci sono ancora disuguaglianze tra le diverse tipologie contrattuali. I lavoratori con un contratto a tempo indeterminato utilizzano il congedo di paternità in misura maggiore rispetto a quelli con contratto a tempo determinato o stagionale. Inoltre, l’utilizzo del congedo è più diffuso tra i padri con redditi compresi tra i 15.000 e i 28.000 euro e tra quelli con redditi superiori a 28.000 euro e inferiori a 50.000 euro.
Save the Children sottolinea l’importanza di sostenere questo cambiamento e di eliminare gli ostacoli che ancora oggi impediscono alle madri di entrare e progredire nel mondo del lavoro. L’obiettivo è quello di incoraggiare i nuovi padri a condividere pienamente la cura dei figli e di garantire che tutti i lavoratori, non solo i dipendenti, abbiano diritto al congedo di paternità.
In conclusione, l’utilizzo del congedo di paternità in Italia è aumentato notevolmente negli ultimi anni, ma ci sono ancora sfide da affrontare per garantire una maggiore equità e condivisione delle responsabilità genitoriali. È fondamentale sostenere questo cambiamento e promuovere politiche che favoriscano l’equa distribuzione dei carichi di cura in famiglia. Solo così si potrà garantire un futuro migliore per i nostri bambini e la piena realizzazione delle donne nel mondo del lavoro.