La Pace di Riga, firmata il 18 marzo 1921 tra la Polonia e la Russia bolscevica, è uno degli eventi storici che hanno segnato profondamente l’Europa Orientale. Nonostante la sua importanza, questo trattato è spesso poco discusso e poco conosciuto, anche in relazione all’attuale conflitto tra Russia e Ucraina. Tuttavia, è proprio in quel momento che sono state seminate le radici dell’odio che ancora oggi persiste nella regione.

La pace di Riga rappresentò il termine di un periodo turbolento per l’Europa centro-orientale, segnato dal crollo degli imperi dei Romanov, degli Asburgo e degli Hohenzollern. La Polonia, che aveva sofferto per oltre un secolo di spartizioni tra Russia, Prussia e Austria, vide finalmente riconosciuta la sua legittimità nel 1918, grazie anche ai 14 punti per una pace giusta del presidente americano Woodrow Wilson. Tuttavia, la questione del nazionalismo ucraino era molto più complessa e nuova.

Dopo la pace di Brest-Litovsk, il sovrano Carlo I d’Asburgo aveva firmato un trattato con l’autoproclamata Repubblica Ucraina, concedendo loro parte della regione di Lublino e la parte ucraina della Galizia. Tuttavia, questa decisione aveva creato tensioni con la Polonia, che rivendicava il territorio della Galizia secondo le vecchie frontiere del 1772. Questa situazione instabile portò la Polonia ad allearsi con i nazionalisti ucraini dell’atamano Symon Petljura nel 1920, con l’obiettivo di rovesciare il regime bolscevico e ottenere concessioni territoriali.

La guerra tra la Polonia e la Russia bolscevica iniziò con scaramucce, ma presto si trasformò in un conflitto su vasta scala. L’Armata Rossa sembrava invincibile e minacciava di conquistare Varsavia. Ma un audace piano militare polacco, conosciuto come il “miracolo della Vistola”, ribaltò la situazione. Le truppe polacche riuscirono a sconfiggere l’Armata Rossa e ad avanzare verso est, mettendo la Russia in una posizione di debolezza. Le trattative di pace furono spostate da Minsk a Riga, in Lettonia, e la Polonia riuscì a ottenere concessioni territoriali significative.

Tuttavia, nonostante il successo militare, la Polonia non riuscì a gestire politicamente la situazione. Il progetto federalista di creare un sistema di stati cuscinetto a guida polacca si sgretolò, creando tensioni con la Lituania, l’Ucraina e la Bielorussia. Inoltre, la pace di Riga non era una soluzione duratura per nessuno. Stalin covava ancora desideri di vendetta nei confronti della Polonia e nel 1939 si alleò con Hitler per spartirsi il paese. L’annessione delle regioni orientali della Polonia da parte dell’Unione Sovietica nel 1939 e successivamente nel 1945 contribuì a creare una situazione di confine che avrebbe causato tensioni per decenni.

Oggi, mentre il nazionalismo ucraino e il nazionalismo russo si scontrano nella regione, è importante ricordare la storia e le sfide ancora aperte dell’Europa Orientale. La pace di Riga rappresenta un momento chiave in cui le basi per il conflitto attuale sono state gettate. È un promemoria del fatto che la storia non è mai completamente risolta e che le azioni del passato possono avere conseguenze durature per le generazioni future.

La situazione attuale tra Russia e Ucraina richiede una riflessione approfondita sulla storia e sulle sfide ancora aperte nell’Europa Orientale. Solo attraverso una comprensione delle radici dei conflitti attuali possiamo sperare di trovare una via per la pace e la stabilità nella regione.

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