Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che potrebbe essere necessaria una modifica della web tax nel caso in cui non si raggiunga un accordo internazionale. Secondo il ministro, l’obiettivo è una tassazione uniforme delle grandi multinazionali, comprese quelle digitali, al fine di evitare la frammentazione delle normative nazionali e il rischio di tensioni commerciali. Giorgetti ha sottolineato che un accordo transitorio è stato raggiunto con gli Stati Uniti nel 2021, ma la conclusione dei lavori sul Primo Pilastro è stata rinviata al giugno 2024. Tuttavia, il ministro ha evidenziato che la concertazione per un accordo internazionale sta diventando sempre più problematica a causa delle dinamiche politiche ed elettorali di alcuni paesi.

Giorgetti è stato anche interrogato sull’andamento del titolo Tim. Il ministro ha dichiarato che il governo ha fatto il proprio ruolo e che spetterà al mercato decidere se avventurarsi o meno.

Rispondendo a un’altra interrogazione, Giorgetti ha sottolineato che il ministero dell’Economia e delle Finanze si impegna costantemente per garantire la sostenibilità del debito pubblico, al fine di ottenere la fiducia degli investitori. Ha citato lo spread come uno degli indicatori che dimostra la fiducia nel debito italiano.

Infine, il ministro ha parlato della tassa sugli extraprofitti delle banche, affermando che dopo le iniziali polemiche, è stata oggetto di plauso anche da parte di osservatori internazionali. Giorgetti ha sottolineato l’importanza di studiare attentamente l’introduzione di contributi straordinari sugli extraprofitti, al fine di evitare controversie costituzionali. Ha inoltre menzionato che le modifiche al sistema di tasse e benefici introdotte nel 2023 hanno contribuito a un aumento dell’equità nella distribuzione dei redditi disponibili.

In conclusione, il ministro Giorgetti ha affrontato diverse tematiche riguardanti l’economia italiana, dalla web tax alla sostenibilità del debito pubblico e alla tassa sugli extraprofitti delle banche. La sua posizione è quella di cercare accordi internazionali per garantire una tassazione uniforme delle grandi multinazionali e favorire la fiducia degli investitori nel debito italiano.

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