La tragica morte dell’umanità nelle Fosse Ardeatine: il racconto di Riccardo Muti
Nel giorno dell’ottantesimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, il maestro Riccardo Muti ha portato sul palco della sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della musica un concerto straordinario. Questo evento speciale è stato reso ancora più toccante dalla recente morte dell’amico e collega Maurizio Pollini, avvenuta il giorno prima.
Il concerto ha iniziato con l’esecuzione dell’Incompiuta di Schubert, una composizione caratterizzata da archi bassi profondi che trasmettono una malinconia struggente. Successivamente, Muti ha diretto l’Orchestra Cherubini e gli strumentisti della Banda dell’Arma dei Carabinieri nell’esecuzione della Sinfonia n. 9 di Schuman, che è stata eseguita per la prima volta in Italia.
Questa sinfonia, intitolata “Fosse Ardeatine”, esprime lo stato d’animo drammatico legato a una tragedia terrificante, come ha spiegato Muti durante le prove. Il compositore William Schuman, vincitore del premio Pulitzer per la musica, ha realizzato questa composizione nel 1960 dopo aver visitato il memoriale delle Fosse Ardeatine e averne tratto ispirazione.
Muti ha raccontato che la sinfonia non era mai stata eseguita prima perché Schuman era un artista che scriveva per necessità interna, al di fuori delle tendenze parapolitiche della musica. L’opera è estremamente emotiva, con momenti forti come gli archi alla fine che rappresentano il dolore muto che affiora e il finale in cui compare una campana violenta che sembra annunciare la morte dell’umanità.
Il maestro non ha nascosto le terribili assonanze tra la tragedia raccontata dalla sinfonia e gli eventi attuali. Ha sottolineato che la musica di Schuman ripercorre una tragedia che si sta ripetendo oggi, in modo violento e imprevisto. Tuttavia, Muti ha visto nella giovane Orchestra Cherubini una speranza per il futuro. I giovani musicisti comprendono il messaggio che il compositore ha voluto trasmettere attraverso i suoni della sinfonia.
La giornata del concerto è stata resa ancora più buia per il maestro Muti dalla morte di Maurizio Pollini, un amico e collega con cui ha condiviso molti momenti musicali indimenticabili. Muti ha ricordato il loro primo concerto insieme nel 1972 alla Filarmonica di Berlino e l’ultimo al Ravenna festival nel 2019. Pollini era una persona che ha dedicato la vita alla musica in modo sublime, e la sua scomparsa ha lasciato un vuoto nel cuore di Muti.
Il concerto è stato aperto dall’Incompiuta di Schubert, una scelta perfetta per l’occasione. Questa composizione è una sorta di preghiera laica, piena di una lucida malinconia che si incastra bene con la sofferenza del tumulto tragico delle Fosse Ardeatine.
L’esecuzione di questa sinfonia e il concerto nel suo insieme sono stati un omaggio commovente alle vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine e una riflessione sulla fragilità dell’umanità. Riccardo Muti ha dimostrato ancora una volta il suo talento nel trasmettere emozioni attraverso la musica e nel creare connessioni profonde tra il passato e il presente.