Nord Italia: Tempi di intervento ridotti per salvare vite umane nella sanità di emergenza
La velocità di intervento nella sanità di emergenza può fare la differenza tra la vita e la morte. Questo è particolarmente vero quando si tratta di patologie come infarti e ictus. Le Reti tempo-dipendenti, che includono la cardiologia e l’emergenza-urgenza, sono fondamentali per garantire una risposta tempestiva. In Italia, tuttavia, ci sono forti differenze regionali, con il Nord che si conferma come la parte del Paese più veloce nell’attuazione di interventi nelle prime ore dopo l’insorgenza dei sintomi. Al contrario, il Sud e le aree interne spesso fanno fatica a tenere il passo, come evidenziato dalla situazione in Campania, che si classifica ultima per le prestazioni dei Pronto Soccorso (Ps).
L’indagine nazionale condotta dall’Agenas, che ha analizzato i dati del 2022, rivela una situazione complessa. L’indagine ha coinvolto le quattro principali reti tempo-dipendenti: cardiologia, ictus, trauma ed emergenza-urgenza. I risultati sono stati ottenuti attraverso un questionario compilato dalle Regioni e una serie di indicatori chiave, come la proporzione di infarti trattati entro 90 minuti dal ricovero, la mortalità a 30 giorni, il numero totale di ricoveri e il tempo di permanenza nei Pronto Soccorso e la percentuale di abbandono.
Per quanto riguarda la Rete Cardiologica, l’indagine evidenzia che questa “soffre” maggiormente nelle zone interne e meno servite. Le prestazioni migliori si registrano nel Lazio, in Liguria e nelle Marche. Altre cinque regioni (Emilia Romagna, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto) presentano buone performance. Al contrario, Abruzzo e Calabria si posizionano agli ultimi posti della classifica, seguite dalla Valle d’Aosta e dal Molise. La Provincia autonoma di Trento eccelle per la percentuale di infarti trattati con Angioplastica Coronarica entro 90 minuti dal ricovero, rispettando gli standard fissati dal decreto ministeriale 70/2015. In Trentino, il 62,35% degli infarti viene trattato secondo questi standard. Le percentuali più basse si registrano in Basilicata (34,48%), Liguria (39,41%) e Sicilia (42,82%).
Per quanto riguarda la rete ictus, i risultati sono meno omogenei. Le regioni con le performance migliori sono l’Emilia Romagna, il Lazio, la Liguria, le Marche e anche la Campania. La più alta mortalità a 30 giorni per l’ictus si registra in Basilicata, mentre l’Umbria presenta la mortalità più bassa (7,63%).
La rete di Emergenza-urgenza (Ps) funziona bene in diverse regioni del Nord Italia. La provincia autonoma di Bolzano si piazza al primo posto per assistenza e presa in carico dei pazienti, seguita da Veneto e Lombardia. Al contrario, le performance sono peggiori al Sud, con Sardegna e Campania che si classificano agli ultimi posti. Anche la Valle d’Aosta presenta criticità. In termini di percentuale di ricoveri da Pronto Soccorso, 13 regioni superano la media nazionale del 12,79%, con la Puglia che raggiunge il 18%. Per quanto riguarda i tempi di attesa, la Valle d’Aosta è la regione più virtuosa, con un tempo mediano di 88,5 minuti tra l’arrivo e il ricovero dei pazienti. Al contrario, il Lazio presenta il tempo di attesa più lungo, con una media di 305 minuti. Le regioni con la più alta percentuale di abbandono dai Pronto Soccorso sono la Campania (11,80%), la Sardegna (24,31%) e la Sicilia (12,71%), mentre la Valle d’Aosta (0%), la Basilicata (1,30%) e il Veneto (1,65%) presentano la percentuale più bassa.
Le ragioni di queste differenze di performance tra le regioni sono varie, ma il mancato Piano sanitario nazionale dal 2006 ha un impatto significativo. Secondo Francesco Saverio Mennini, capo Dipartimento Programmazione del ministero della Salute, senza un piano di questo tipo è difficile programmare correttamente nel settore sanitario, incluso l’implementazione delle Reti tempo-dipendenti. I dati dell’indagine presentata dall’Agenas non sono solo numeri, ma rappresentano persone e pazienti che necessitano di cure. Come ha sottolineato il direttore del Dipartimento Area Sanitaria dell’Agenas, Antonio Fortino, il lavoro continua con una forte spinta etica a migliorare la situazione.
In conclusione, l’indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti tempo-dipendenti evidenzia una situazione complessa nell’Italia settentrionale e meridionale. Mentre il Nord si conferma più veloce nel garantire interventi tempestivi, il Sud e le aree interne spesso faticano a tenere il passo. Queste differenze regionali richiedono un’azione correttiva e un coordinamento più efficace tra le diverse regioni per garantire una sanità di emergenza efficiente ed equa in tutto il Paese.