Scoperta una proteina che rivela i tumori al fegato
Un gruppo di ricerca dell’Università di Trento, guidato dal docente di biologia applicata al Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata, Fulvio Chiacchiera, ha fatto una scoperta rivoluzionaria nel campo dei tumori al fegato. I ricercatori hanno identificato alcuni meccanismi alla base dello sviluppo di questo tipo di tumori, a seguito di mutazioni del gene Arid1A, che si riscontrano in una percentuale consistente dei pazienti affetti da tumore epatico.
Lo studio è stato condotto in collaborazione con l’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) della Provincia autonoma di Trento, grazie al sostegno della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica “Science Advances”.
Secondo quanto scoperto dai ricercatori, le mutazioni del gene Arid1A associate a mutazioni del gene Ctnnb1 portano allo sviluppo di tumori epatici particolarmente aggressivi, in grado di dare metastasi ai polmoni. Questa scoperta potrebbe avere importanti implicazioni nella diagnosi e nel trattamento dei tumori al fegato. Se i dati ottenuti saranno confermati negli studi clinici, la presenza di mutazioni nel gene Arid1A individuate prima dello sviluppo del tumore potrebbe fornire indicazioni preziose ai medici sulla necessità di sottoporre il paziente a esami e controlli approfonditi.
“I dati a nostra disposizione dimostrano l’importanza della proteina codificata dal gene Arid1A nel salvaguardare l’integrità del genoma. Quando questo gene subisce una mutazione che determina la perdita della funzione della proteina, aumentano i danni a carico del DNA. Questo accresce la frequenza con cui altre mutazioni potenzialmente pericolose possono essere acquisite e si accompagna a un aumento dell’infiammazione, tutti fattori che promuovono lo sviluppo dei tumori”, ha spiegato Chiacchiera.
Il tumore al fegato è tra i più diffusi e con il più alto tasso di mortalità. Ogni anno, colpisce circa 90mila persone in Europa e 13mila in Italia. Purtroppo, è una neoplasia tendenzialmente silente e per questo la diagnosi è spesso tardiva, limitando drasticamente le possibilità di cura. La scoperta di questa proteina potrebbe cambiare radicalmente la diagnosi precoce dei tumori epatici e migliorare le prospettive di guarigione per i pazienti.
Questa importante scoperta è solo l’inizio di un lungo cammino nella lotta contro il cancro al fegato. Gli studiosi sperano che ulteriori ricerche possano confermare questi risultati e apriranno la strada a nuovi approcci terapeutici mirati. Nel frattempo, l’attenzione sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce rimane fondamentale per combattere questa malattia devastante.