Un museo del rame apre le porte nella casa degli avi, con una collezione di 200 oggetti
Il fascino del passato torna a vivere nella casa dei bisnonni di Antonio Tronca, ora trasformata in un museo del rame. Questo insegnante di matematica e scienze in pensione, nato proprio in quella stessa abitazione, ha trascorso quasi due decenni alla ricerca meticolosa di 200 oggetti che ora espongono la storia di un tempo passato. Situato a Raiano, un piccolo paese di 2630 abitanti a 15 km da Sulmona, il museo apre ufficialmente le sue porte oggi.
Andrea Giampietro, scrittore e operatore culturale di Sulmona, ci guida attraverso i diversi ambienti ricostruiti all’interno del museo. Ci mostra il focolare con i tegami, le pentole, le padelle, i calderoni e i mestoli. Ma ciò che attira davvero l’attenzione sono le diverse tipologie di conche esposte, dalle abruzzesi alle ciociare e quelle di Agnone e Sulmona. Ogni conca ha il suo particolare “concaro”, uno stipo speciale appoggiato alla parete della cucina su cui venivano posizionate le conche.
Continuando la visita, entriamo nella camera da letto, dove troviamo uno scaldapiedi e uno scaldaletto realizzati con un braciere in rame e un “prete” in legno. Quest’ultimo è un telaio fatto di assi ricurve unite agli estremi in cui veniva posto il braciere. La cantina, invece, è dotata di un torchio, una vasca, degli imbuti, dei bigonci e una pompa irroratrice.
Il museo prende il nome dall’ultimo ramaio del territorio, Fioravante Baglione, che scomparve nel 1967. Baglione lavorò all’Aquila e successivamente a Raiano fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Partecipò a mostre ed esposizioni in Italia e all’estero e fu insignito della Medaglia d’Oro in occasione dell’Esposizione internazionale di Arte Commercio Scienza e Industria del 1922.
Ma perché è scomparso il mestiere del ramaio? Tronca spiega che il rame, essendo tossico, doveva essere stagnato per essere utilizzato nella produzione di oggetti da cucina. Tuttavia, lo stagno si consuma facilmente poiché fonde a una temperatura inferiore rispetto al rame. Questo ha portato alla sostituzione del rame prima con l’alluminio e poi con l’acciaio inossidabile. Nonostante ciò, ancora oggi vengono prodotti strumenti da cucina in rame di altissima qualità, come le risottiere utilizzate nei ristoranti d’élite.
Il Museo del rame di Raiano è stato allestito lo scorso dicembre, ma fino ad ora era aperto solo su chiamata. Da oggi, invece, sarà aperto regolarmente due giorni alla settimana, il giovedì e il sabato dalle 16 alle 18, oltre ad essere disponibile su prenotazione anche nei giorni festivi. L’ingresso al museo è a offerta libera, permettendo a tutti di apprezzare la bellezza e la storia di questi oggetti unici.
In conclusione, la casa dei bisnonni di Antonio Tronca si è trasformata in un museo del rame che racconta la vita agreste di un tempo passato. La collezione di 200 oggetti, ricercati con cura per quasi due decenni, testimonia le tradizioni e le abilità artigianali del mestiere del ramaio. Questo museo rappresenta un’opportunità per scoprire e apprezzare l’importanza del rame nella nostra storia e nel nostro patrimonio culturale.