La comunità musulmana di Turbigo, nel comune della Città Metropolitana di Milano, è in attesa di una risposta dal Comune riguardo alla concessione di uno spazio per celebrare la festa di fine Ramadan, conosciuta come Aid El Fitr. Dopo che il Comune non ha risposto a tre richieste formulate dalla comunità musulmana in tre mesi, l’associazione religiosa ‘Moschea Essa’ ha deciso di presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) della Lombardia.

Secondo quanto riportato dall’avvocato Luca Bauccio, legale dell’associazione, il Comune ha l’obbligo di garantire spazi adeguati per le attività religiose e un eventuale rifiuto deve essere giustificato. Il Tar ha stabilito che il Comune deve fornire una risposta scritta entro il 5 aprile 2024, dopo aver ignorato il termine di 30 giorni previsto dal proprio statuto comunale per rispondere alle richieste.

L’associazione culturale musulmana ‘Essa’ ha sottolineato nel ricorso che attualmente non dispone di un proprio luogo di culto e ha bisogno di uno spazio adeguato e dignitoso per celebrare le festività religiose. In caso di mancata concessione dello spazio richiesto, l’associazione si riserva il diritto di agire legalmente per ottenere un risarcimento.

Gli avvocati Bauccio e Russo hanno commentato che il Comune ha violato le libertà e le garanzie costituzionali, non avendo fornito uno spazio adeguato per consentire alla comunità musulmana di celebrare la fine del Ramadan. Hanno inoltre sottolineato che una società libera e democratica non può ignorare le minoranze e deve prestare attenzione alle loro legittime richieste.

La situazione a Turbigo evidenzia ancora una volta la necessità di garantire l’esercizio delle libertà religiose e il rispetto delle minoranze. La richiesta della comunità musulmana di avere uno spazio adeguato per celebrare la fine del Ramadan rappresenta un diritto fondamentale riconosciuto dalla Costituzione italiana.

È importante che le istituzioni locali lavorino per favorire l’integrazione e la convivenza pacifica tra diverse comunità religiose. La diversità religiosa arricchisce la società e promuove una maggiore comprensione e tolleranza tra le persone.

Il caso di Turbigo mette in luce l’importanza di un dialogo aperto e costruttivo tra le comunità religiose e le autorità locali. È fondamentale che i diritti delle minoranze religiose siano rispettati e che vengano forniti spazi adeguati per le loro pratiche religiose.

In conclusione, il Comune di Turbigo è chiamato a rispondere alla richiesta della comunità musulmana entro il 5 aprile 2024. La decisione del Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) della Lombardia sottolinea l’importanza di garantire il diritto alla libertà religiosa e di fornire spazi adeguati per le pratiche religiose delle minoranze. Si spera che il Comune risponda positivamente alla richiesta e che si possa trovare una soluzione che promuova l’inclusione e il rispetto reciproco tra tutte le comunità religiose presenti a Turbigo.

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