La recente scoperta dell’effetto gloria su un pianeta extraterrestre ha sconvolto il mondo scientifico e aperto nuove prospettive sullo studio dei pianeti al di fuori del nostro sistema solare. Questo fenomeno ottico, simile all’arcobaleno, è stato osservato per la prima volta su un pianeta situato a 637 anni luce di distanza dalla Terra.

L’effetto gloria è caratterizzato da luminosi aloni colorati che circondano le ombre di oggetti proiettati su nubi o nebbia. Finora, questo fenomeno era stato riscontrato solo una volta su un altro pianeta, Venere. La scoperta è stata possibile grazie ai dati raccolti dal satellite Cheops dell’Agenzia Spaziale Europea, insieme ad altre missioni dell’Esa e della Nasa.

Il pianeta su cui è stato osservato l’effetto gloria è chiamato Wasp-76b ed è un gigante caldissimo simile a Giove. La sua atmosfera è così estrema che si pensa che piova ferro fuso sulla sua superficie. La scoperta guidata dall’Istituto portoghese di Astrofisica e Scienze Spaziali, insieme a vari istituti italiani, tra cui l’Istituto Nazionale di Astrofisica di Torino, Catania e Padova, l’Università di Padova e l’Università di Torino, potrebbe svelare nuovi aspetti di questo misterioso pianeta.

Secondo Olivier Demangeon, che ha guidato lo studio, l’effetto gloria non è stato osservato al di fuori del nostro sistema solare a causa delle condizioni molto particolari che richiede. È necessario che le particelle atmosferiche siano quasi perfettamente sferiche, uniformi e stabili per un lungo periodo di osservazione. Inoltre, la stella vicina al pianeta deve brillare direttamente su di esso e il satellite Cheops deve essere nel giusto orientamento.

I dati raccolti dal satellite europeo suggeriscono che l’effetto gloria su Wasp-76b potrebbe essere comparso al confine tra la parte del pianeta costantemente esposta alla luce e al calore e quella in ombra. Questa scoperta, se confermata, indicherebbe la presenza di nubi composte da gocce d’acqua perfettamente sferiche e una temperatura atmosferica stabile nel tempo.

Questa scoperta non solo ci permette di comprendere meglio Wasp-76b, ma potrebbe anche insegnarci come rilevare altri fenomeni difficili da osservare ma di fondamentale importanza, come la luce riflessa da laghi e oceani liquidi su altri pianeti.

In conclusione, la scoperta dell’effetto gloria su un pianeta extraterrestre ci spinge a esplorare sempre di più l’universo e ad approfondire la nostra comprensione dei pianeti al di fuori del nostro sistema solare. Questa nuova scoperta apre nuovi orizzonti nella ricerca scientifica e ci avvicina sempre di più a rispondere alle grandi domande sull’esistenza di vita extraterrestre.

Share.