Le Regioni italiane sembrano essere rimaste lontane dai fondi destinati alla coesione dell’Unione Europea, non riuscendo a ridurre il gap territoriale con gli altri Stati membri. Nonostante l’UE abbia investito complessivamente 125 miliardi di euro in Italia nel corso di tre cicli di programmazione della politica di coesione, il nostro Paese non è riuscito a colmare le sue criticità storiche come la lentezza burocratica e l’inefficienza cronica delle amministrazioni regionali del Mezzogiorno.

Uno dei principali problemi riguarda la bassa qualità dei progetti, che non sono in grado di generare ricadute significative sull’economia e sulla qualità della vita dei territori interessati. Secondo la Banca d’Italia, il tempo medio per realizzare un’opera è di 4 anni e 10 mesi, con una fase di progettazione che dura poco più di 2 anni e oltre 2 anni per l’esecuzione e il collaudo. Questi tempi biblici rallentano notevolmente gli investimenti e rendono difficile ottenere risultati concreti.

Nonostante si spera che il nuovo codice degli appalti e le riforme nella pubblica amministrazione possano ridurre i tempi, esiste il rischio che i fondi di coesione dell’UE e la messa a terra del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riservino delle brutte sorprese. La CGIA, l’associazione di rappresentanza delle piccole e medie imprese, sottolinea che non solo le regioni del Sud, ma anche l’intero Paese rischia di non ottenere i risultati attesi.

Inoltre, nel periodo tra il 2000 e il 2021, le disparità tra il Nord e il Sud del Paese sono aumentate. Analizzando il PIL pro-capite, si registra un calo dell’indice nel Centro (93,8), nel Mezzogiorno (94,9) e nel Nordest (98,7), mentre nel Nordovest si osserva un aumento (101,4). Rispetto alle aree più ricche del Paese, il Sud ha perso 3,7 punti rispetto al Nordest e addirittura 6,4 punti rispetto al Nordovest.

Secondo l’Ocse, l’inefficienza della pubblica amministrazione ha delle ricadute negative sulla produttività delle imprese private. Le imprese del Nord Italia, dove la pubblica amministrazione è più efficiente, presentano una produttività media del lavoro più elevata. Al contrario, nelle regioni con un sistema giudiziario meno funzionante, una sanità carente e infrastrutture insufficienti, come nel Sud, le imprese private perdono competitività.

È quindi necessario affrontare le criticità strutturali del nostro Paese al fine di garantire un utilizzo efficace dei fondi di coesione dell’UE e promuovere una maggiore competitività delle imprese italiane. Le riforme nella pubblica amministrazione, insieme a investimenti mirati per migliorare l’efficienza e la qualità delle infrastrutture, potrebbero contribuire a ridurre le disparità territoriali e favorire una maggiore crescita economica in tutte le regioni italiane.

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