Il teatro filosofico ha il potere di catturare l’attenzione del pubblico e di portare la filosofia nella vita di tutti i giorni. È quello che ha fatto Matteo Saudino, noto come BarbaSophia, professore di filosofia, attivista, youtuber, podcaster e scrittore, con il suo spettacolo “Vite ribelli” in scena al Teatro Ragazzi e Giovani di Torino.
Lo spettacolo ha attirato persone di tutte le età, dai bimbi agli anziani, e ha portato gli spettatori in un viaggio attraverso le vite di cinque pensatori ribelli: Ipazia, Democrito, Giordano Bruno, Olympe de Gouges e Socrate. Queste figure storiche testimoniano ancora oggi la straordinaria forza liberatoria della filosofia.
Saudino, durante l’intervista, ha raccontato di come sia stato attratto dalla filosofia fin da giovane. Ha scelto di studiarla perché gli permetteva di mettere insieme le sue passioni per la storia, la letteratura italiana, l’antropologia e la sociologia. La filosofia era per lui la disciplina madre che gli permetteva di cogliere il frutto delle altre discipline.
Quando gli viene chiesto del pregiudizio che la filosofia non sia una disciplina utile, Saudino risponde che è stato fortunato ad avere genitori che lo hanno sostenuto nella sua scelta. Gli hanno insegnato che poteva fare tutto ciò che riteneva importante, ma l’hanno anche avvertito di impegnarsi perché la filosofia non è una disciplina che ti fa guadagnare tanti soldi. Questo sostegno fondamentale ha permesso a Saudino di seguire la sua passione senza dover fare calcoli utilitaristici.
Dopo anni in giro per l’Italia con le sue lezioni di filosofia aperte al pubblico, Saudino ha deciso di portare la filosofia anche sul palcoscenico. Gli piace recitare e le sue conferenze hanno sempre avuto una dimensione teatrale. Con lo spettacolo “Vite ribelli” ha voluto rendere omaggio alla forza esplosiva del pensiero e alle vite di cinque ribelli intellettuali.
Durante lo spettacolo, Saudino racconta le storie di Ipazia, Democrito, Giordano Bruno, Olympe de Gouges e Socrate perché sono pensatori che hanno scelto una vita anticonformista e ribelle. Erano ribelli nell’animo e la loro ribellione minava lo status quo. La reazione del potere nei confronti di un vero ribelle è quella di ostacolarlo, perché mette in discussione l’ordine stabilito.
Quando gli viene chiesto se gli studenti che scendono in piazza oggi o che occupano gli atenei sono veri ribelli, Saudino risponde che si tratta di una ribellione che ha dato fastidio al potere. In Italia, questa ribellione è stata repressa e limitata, mentre in altre parti del mondo democratiche è stata accolta diversamente. Le università oggi sono diventate luoghi di conformismo, mentre in passato erano luoghi di confronto e di scontro di idee diverse.
La filosofia può essere uno strumento per riaccendere lo spirito critico delle persone. Saudino sceglie di portare la filosofia a teatro perché ritiene che sia importante raccontare le ribellioni e rappresentarle nei teatri e al cinema. Oggi prevale il grigiore e si cerca di piacere a tutti, ma questo fa perdere l’identità delle cose. Essere ribelli significa scegliere da che parte stare.
Lo spettacolo “Vite ribelli” è in scena proprio nel mese di aprile, quello che porta alla Liberazione. Saudino non crede sia un caso, perché il 25 aprile è diventato una festa della libertà, cercando di annacquare il significato della Liberazione. A volte è necessario turbare, perché solo così si può definire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Durante le sue lezioni e lo spettacolo teatrale, Saudino ha ricevuto reazioni positive dal pubblico. Le persone sentono di nuovo la filosofia come una cosa viva e ne scoprono o riscoprono la passione. La filosofia dà gli strumenti per capire il mondo e interrogarsi su se stessi e sul proprio posto nel mondo.
Il messaggio principale che Saudino vuole lanciare a chi lo segue o assiste ai suoi spettacoli è quello di Epicuro: non si è mai troppo giovani o troppo vecchi per prendersi cura di sé stessi. Bisogna interrogarsi su di sé e sul proprio posto nel mondo, perché la filosofia è un’indagine individuale ma anche dell’individuo inserito nel mondo.