I confini nascosti delle città neoliberiste: un’analisi affascinante

È uscito il nuovo volume di Michele Sorice, Andrea Volterrani e Maria Cristina Antonucci, dal titolo “Confini invisibili. Comunità liminali e pratiche di resistenza nella città neoliberista”. Il libro, edito da Meltemi, si propone di esplorare la dimensione dell’estrazione di valore dagli spazi urbani all’interno della città neoliberista.

Nel contesto delle città neoliberiste, la rigenerazione urbana è diventata una pratica consolidata per valorizzare gli spazi urbani con finalità economiche. Tuttavia, questa rigenerazione spesso esclude comunità e individui che non possono permettersi i costi di abitazioni o attività in queste aree rinnovate. Ciò ha portato alla creazione di spazi urbani caratterizzati dalla condizione di liminalità, ossia essere sulla soglia di una trasformazione che sembra non arrivare mai.

Questi spazi liminali si trovano sia nelle periferie che nelle zone centrali delle città, e sono caratterizzati da un susseguirsi di gruppi, interventi e pratiche di partecipazione. Queste comunità cercano di rigenerare spazi comuni utilizzando risorse ad alta intensità di capitale umano e relazionale.

Le diverse comunità che vivono in queste aree liminali sono caratterizzate da pratiche sociali e mediali che continuamente modificano le loro identità. Questi “spazi liminali” si trovano al confine tra due spazi dominanti, senza appartenere pienamente a nessuno dei due. Non esistono confini spaziali chiari e le pratiche di rigenerazione si basano su modelli di partecipazione ibridi, sia fisici che digitali, che coinvolgono soggetti istituzionali, associativi, civici e del terzo settore.

Il libro si propone di indagare empiricamente le pratiche trasformative delle comunità liminali in 14 città metropolitane italiane, attraverso specifici casi di studio. Questi includono comunità che si sviluppano in spazi dismessi da mercati rionali, media civici locali in aree urbane critiche, orti urbani autogestiti, festival diffusi di street art, centri culturali e sociali, e molto altro ancora.

Le tracce sviluppate in questi contesti liminali dimostrano come la dimensione sociale e relazionale della rigenerazione urbana possa portare a esperienze significative per gli spazi urbani e le comunità che li abitano. Questo volume offre una prospettiva teorica solida sulla città neoliberista, gli spazi liminali e le pratiche di partecipazione, arricchita da studi empirici sul terreno.

Gli autori, Michele Sorice, Andrea Volterrani e Maria Cristina Antonucci, sono esperti nel campo della sociologia urbana e della comunicazione sociale. Sorice è professore ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso la Sapienza Università di Roma, Volterrani è professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, e Antonucci è ricercatrice in Scienze sociali presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Irpps.

In conclusione, “Confini invisibili. Comunità liminali e pratiche di resistenza nella città neoliberista” offre una prospettiva affascinante sulle dinamiche sociali, economiche e spaziali delle città neoliberiste. Attraverso studi empirici sul campo, il libro mette in luce le pratiche di rigenerazione e partecipazione che si sviluppano in questi spazi liminali, offrendo nuove prospettive per la costruzione di città più inclusive e sostenibili.

Share.