Scoperti i resti di un’esplosione stellare avvenuta 800 anni fa

Un recente studio condotto da astronomi della NASA e dell’Agenzia Spaziale Europea ha scoperto i resti di un’esplosione stellare avvenuta ben 800 anni fa. Questa esplosione, che illuminò il cielo per 185 notti consecutive nel 1181 d.C., fu descritta da astronomi cinesi e giapponesi come una stella temporanea, così brillante da poter essere paragonata a Saturno. Ora, grazie ai telescopi spaziali, siamo in grado di ricostruire il processo che ha portato a questa spettacolare supernova.

L’immagine composita ottenuta dai telescopi spaziali Xmm-Newton dell’ESA e Chandra della NASA mostra la nebulosa Pa 30, considerata il risultato dell’esplosione osservata 800 anni fa. Questa nebulosa quasi circolare, situata nella costellazione di Cassiopea, ha al suo centro una stella. Le osservazioni a raggi X del telescopio spaziale Xmm-Newton mostrano l’intera estensione della nebulosa, mentre i dati dell’osservatorio Chandra individuano la sorgente centrale. La nebulosa è appena visibile nella luce ottica, ma brilla intensamente nella luce infrarossa, come evidenziato dalle immagini raccolte dal Wide-field Infrared Space Explorer della NASA.

Ciò che rende questa scoperta ancora più interessante è il fatto che i raggi visibili nell’immagine sono costituiti da zolfo riscaldato, che brilla nella luce visibile, così come le stelle sullo sfondo. Questo è stato osservato con il telescopio Hiltner presso l’Osservatorio Mdm in Arizona e con il telescopio Pan-Starrs alle Hawaii. Questi dati ci forniscono nuove informazioni sulla composizione chimica della nebulosa e sulle reazioni chimiche che si sono verificate durante l’esplosione.

Secondo gli astronomi, questa supernova è stata generata da un’esplosione termonucleare, più precisamente da un tipo di supernova chiamato evento subluminoso di tipo Iax. Durante questo evento, due stelle nane bianche si sono fuse insieme. In genere, questo tipo di esplosione non lascia resti, ma in alcuni casi può produrre una stella “zombie”, come la massiccia nana bianca al centro del sistema. Questa stella è una delle più calde della Via Lattea, con una temperatura di circa 200.000 gradi. Inoltre, produce un vento stellare che si muove alla velocità di 16.000 chilometri all’ora.

Questa scoperta è di grande importanza per la comunità scientifica, poiché ci offre una nuova comprensione dei processi che avvengono durante le esplosioni stellari e ci aiuta a migliorare le nostre teorie sulla formazione delle stelle e degli elementi chimici nell’universo. Inoltre, ci mostra ancora una volta quanto sia affascinante e misterioso l’universo che ci circonda.

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