La richiesta di condanna dei due americani nel caso dell’omicidio di Mario Cerciello Rega è stata ribadita dal procuratore generale Bruno Giangiacomo durante il processo di Appello bis a Roma. Lee Elder Finnegan e Gabriele Natale Hjorth sono imputati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri avvenuto nel quartiere Prati di Roma nel luglio del 2019. La Corte di Cassazione aveva disposto un nuovo processo di secondo grado per i due imputati, annullando alcune circostanze aggravanti e l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale per Elder, nonché l’accusa di concorso in omicidio per Hjorth.

Durante l’udienza, i due imputati erano presenti in aula insieme ai loro familiari e alla vedova del carabiniere. Il procuratore generale Giangiacomo ha sottolineato che Natale sapeva che Elder era in possesso di un coltello da 18 centimetri e non si è sottratto allo scontro con i due militari, sapendo che erano carabinieri. Secondo il procuratore, Natale ha compreso la gravità della situazione poiché prima di fuggire insieme a Elder ha detto “è abbastanza”. Inoltre, dopo l’omicidio, Natale ha aiutato Elder a nascondere il coltello insanguinato in hotel.

D’altro canto, il rappresentante dell’accusa ha accolto i rilievi della Cassazione e ha chiesto di far cadere l’aggravante della resistenza a pubblico ufficiale per Elder, sollecitando una riduzione della condanna di 3 mesi. Secondo il procuratore, non ci sono elementi per stabilire che Elder conoscesse la parola “carabinieri”.

Il caso dell’omicidio di Cerciello Rega ha suscitato grande clamore mediatico sia in Italia che negli Stati Uniti. La morte del vicebrigadiere dei carabinieri ha scosso l’opinione pubblica e ha sollevato diverse polemiche riguardo alla collaborazione tra i due imputati e alle circostanze dell’omicidio.

L’articolo non fornisce ulteriori dettagli sulle motivazioni che hanno portato al delitto, né sulle testimonianze o sulle prove presentate durante il processo. Tuttavia, la richiesta di condanna del procuratore generale sembra basarsi sulle prove raccolte fino a questo punto, che indicano una collaborazione tra i due americani nell’omicidio di Cerciello Rega.

Il processo di Appello bis rappresenta un’opportunità per valutare nuovamente le prove e le testimonianze presentate nel caso. Sarà compito dei giudici della Corte di Assise d’Appello di Roma valutare attentamente tutte le prove e prendere una decisione finale in merito alle condanne.

L’omicidio di Mario Cerciello Rega è un triste ricordo per l’Italia, che ha perso un valoroso carabiniere. La richiesta di condanna dei due americani rappresenta un passo avanti nella ricerca della giustizia per la famiglia di Cerciello Rega e per la società nel suo complesso. Sarà importante seguire da vicino l’evolversi del processo e attendere la decisione finale dei giudici.

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