Il prezzo del petrolio Brent ha raggiunto livelli record dal mese di ottobre a causa delle crescenti preoccupazioni per il conflitto tra Iran e Israele. Secondo l’Ice (Intercontinental Exchange), il prezzo del Brent è salito del 2,6% a 92 dollari al barile, mentre le quotazioni del Wti hanno superato gli 87,4 dollari con un aumento del 2,8%.

Le tensioni in Medio Oriente hanno spinto gli investitori a cercare beni rifugio, come l’oro, il cui prezzo Spot ha raggiunto i 2.398 dollari per oncia, registrando un aumento del 2,5%.

In questo contesto di incertezza geopolitica, gli investitori hanno preferito i bond statali, in particolare i treasuries americani, il che ha portato a una diminuzione dei rendimenti. Al contrario, il mercato azionario è stato in calo, con tutti gli indici di Wall Street in ribasso.

In Europa, le borse hanno registrato performance contrastanti. Parigi ha registrato una flessione dello 0,32%, mentre Francoforte ha segnato un calo dello 0,38%. Londra ha tenuto con un aumento dell’1%, mentre Milano ha registrato un modesto aumento dello 0,16%.

Le tensioni tra Iran e Israele stanno avendo un impatto significativo sui mercati finanziari globali. Gli investitori sono alla ricerca di asset sicuri e stabili per proteggere i loro capitali durante questo periodo di incertezza. L’aumento del prezzo del petrolio Brent rappresenta una conseguenza diretta delle preoccupazioni per un possibile attacco dell’Iran a Israele, poiché una simile escalation potrebbe interrompere l’approvvigionamento di petrolio dalla regione.

L’oro è sempre stato considerato un bene rifugio durante periodi di instabilità geopolitica, poiché il suo valore tende a crescere quando gli investitori cercano sicurezza. Non sorprende quindi che il prezzo dell’oro abbia raggiunto livelli così elevati.

Nello stesso tempo, i bond statali, in particolare i treasuries americani, sono diventati una scelta popolare per gli investitori che desiderano proteggere i loro capitali. L’acquisto di obbligazioni statali riduce il rischio di perdite legate alle fluttuazioni del mercato azionario.

Dal punto di vista delle borse europee, si può notare una certa cautela da parte degli investitori. Nonostante l’aumento del prezzo del petrolio e l’instabilità geopolitica, le borse europee non hanno subito forti cali. Questo potrebbe essere dovuto alla speranza che la situazione si risolva pacificamente o all’aspettativa che gli effetti sulle economie europee siano limitati.

In conclusione, il conflitto tra Iran e Israele sta avendo conseguenze significative sui mercati finanziari globali. Gli investitori stanno cercando asset sicuri e stabili per proteggere i loro capitali, come l’oro e i bond statali. Le borse europee mostrano una certa cautela, ma non hanno subito forti cali. Resta da vedere come si evolverà la situazione e quali saranno gli effetti a lungo termine sui mercati finanziari.

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