Il caro-benzina continua a far discutere in Italia, con i prezzi che raggiungono anche i 2,5 euro al litro. Non solo autostrade, ma anche le città sono colpite da questi costi elevati. Molti consumatori si lamentano di questa situazione, soprattutto in vista dei ponti di primavera quando molti italiani si metteranno in viaggio.

Secondo l’associazione Codacons, i prezzi dei carburanti sono saliti sensibilmente negli ultimi tempi, con la benzina che si attesta a 1,915 euro al litro e il gasolio a 1,812 euro al litro nei distributori self-service. Al servito, invece, la benzina costa 2,053 euro al litro e il gasolio 1,953 euro al litro. Il Codacons lancia l’allarme riguardo agli effetti del caro-benzina durante i ponti di primavera, evidenziando che ci sono distributori che praticano prezzi superiori ai 2,5 euro al litro sia in autostrada che in città.

L’associazione ha realizzato una mappa nazionale del caro-benzina, individuando i punti più costosi. Secondo i dati raccolti, il prezzo più alto è stato registrato sulla A21 Piacenza-Brescia, dove un litro di benzina al servito ha raggiunto i 2,549 euro. Anche in provincia di Alessandria sulla stessa autostrada la benzina ha superato i 2,5 euro al litro, arrivando a 2,499 euro. Sulla rete urbana, invece, i prezzi più alti sono stati rilevati nella provincia di Benevento e di Modena, dove alcuni distributori vendono la benzina a più di 2,5 euro al litro. Inoltre, c’è stato un caso particolare a Varese, dove un distributore ha comunicato un prezzo di 2,854 euro al litro per la benzina.

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy osserva che se ci sono distributori che praticano prezzi più alti, ci sono anche molti altri che praticano prezzi più bassi della media nazionale. Secondo il Mimit, il prezzo medio attuale è di 1,805 euro al litro per il gasolio e 1,910 euro al litro per la benzina, rimanendo stabile rispetto al giorno precedente. Tuttavia, il Codacons replica dicendo che ci sono centinaia di distributori che vendono la benzina a prezzi compresi tra 2,2 e 2,3 euro al litro e invita il governo a tagliare le accise dei carburanti.

Il problema del caro-benzina non riguarda solo il costo elevato, ma anche la tassazione sui carburanti. Secondo il Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc), in Italia oltre 1 euro per ogni litro di benzina acquistato va in tasse. Questo rappresenta il 56,4% del prezzo pagato alla pompa. L’Iva e le accise incidono in misura maggiore rispetto al resto d’Europa, con una differenza tra i 12 e i 14 centesimi di euro per litro. Lo Stato guadagna quasi 3,2 miliardi di euro al mese grazie alle tasse sui carburanti. Tuttavia, il presidente del comitato scientifico Crc, Furio Truzzi, afferma che il governo dovrebbe considerare gli effetti negativi indiretti di questa situazione, come la maggiore spesa per i rifornimenti e il calo dei consumi delle famiglie, che possono danneggiare l’economia nazionale.

In conclusione, il caro-benzina continua a essere un problema in Italia, con i prezzi che raggiungono anche i 2,5 euro al litro. I consumatori si lamentano di questa situazione, soprattutto in vista dei ponti di primavera. Secondo l’associazione Codacons, ci sono distributori che praticano prezzi superiori alla media nazionale sia in autostrada che in città. Inoltre, la tassazione sui carburanti è molto elevata in Italia, con oltre 1 euro per litro di benzina che va in tasse. Questo può avere effetti negativi sull’economia del paese. Il governo è chiamato a intervenire per cercare una soluzione a questo problema.

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