Carlo Verdone, l’iconico attore e regista romano, si è recentemente raccontato in un’intervista esclusiva a Francesca Fialdini nel programma televisivo “Da noi…a Ruota libera”. Durante l’intervista, Verdone si è mostrato in una veste insolita, quella di fotografo, e ha condiviso la sua passione per la fotografia e per la sua amata Roma.

Verdone ha svelato che la fotografia è diventata una vera e propria liberazione per lui, un modo per scappare dalla frenesia del suo lavoro che lo porta costantemente in mezzo a tanta gente e tante parole. In un momento di poesia e tranquillità, l’attore e regista romano riesce a trovare la bellezza dei paesaggi e dei tramonti che lo circondano.

Roma, la città eterna, è uno dei luoghi che più affascina Verdone. Ammira particolarmente la città vista dall’alto, sottolineando che Roma è sempre unica e che i tramonti sono speciali. È proprio il fascino di questa città che ha ispirato Verdone a scattare foto di cieli e di vortici di nuvole. In una di queste foto, Verdone ha deciso di condividere con il regista Paolo Sorrentino la sua personale “grande bellezza”, ricevendo molto apprezzamento da parte del collega.

La fotografia per Verdone diventa quindi una forma di ringraziamento, un modo per apprezzare la bellezza che spesso non notiamo a causa delle distrazioni quotidiane. L’attore romano riflette sul fatto che oggi siamo troppo distratti e che ci fermiamo a riflettere solo quando siamo soli, in tranquillità. La fotografia diventa quindi un momento di pausa e di gratitudine.

Ma Verdone non è solo un amante della fotografia e dei tramonti romani, è anche un uomo legato ai suoi luoghi del cuore. Ponte Sisto, il luogo in cui è nato, è uno di questi luoghi speciali per l’attore e regista romano. È proprio lì che Verdone ha avuto l’opportunità di incontrare per la prima volta Gian Maria Volontè, un grande attore che ha sempre ammirato. Verdone ricorda con gratitudine quel momento e racconta che ha ringraziato educatamente Volontè per i suoi film.

La conversazione con Francesca Fialdini ha anche toccato un aspetto più personale del passato di Verdone. L’attore rivela che un tempo c’erano delle bische clandestine, luoghi dove si giocava con i flipper. Verdone racconta di aver tratto ispirazione da uno dei personaggi che frequentava quelle bische per creare il personaggio di Silvano nel film “Troppo Forte”. Il rapporto quasi sessuale che Silvano aveva con il flipper è stato il primo ciak del film.

In conclusione, Carlo Verdone si è mostrato in un’intervista a tutto tondo, rivelando la sua passione per la fotografia e per la sua amata Roma. Grazie alle sue parole, abbiamo potuto scoprire il lato più intimo e poetico di questo grande artista italiano.

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